Dalle acque di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, si è levata questa mattina la Nesea, imbarcazione a vela in alluminio di tredici metri, destinata a solcare l’Oceano Atlantico con rotta fissata su New York.
Il viaggio, ben più di una semplice navigazione, è un’operazione simbolica orchestrata dall’architetto e velista Francesco Felice Buonfantino, figura di spicco nel panorama culturale italiano, noto per la progettazione del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) di Genova e del futuro polo museale dedicato all’emigrazione a Napoli.
A condividere l’impresa, oltre alla sua compagna, un equipaggio di amici, pronti a intraprendere l’affascinante percorso lungo l’Intracoastal Waterway, una via navigabile storica che costeggia la costa orientale degli Stati Uniti, conducendo fino al Canada.
L’iniziativa assume un significato profondo, un’eco che risuona attraverso i secoli.
È un tentativo di ripercorrere, in termini di percorso e spirito, le rotte di speranza tracciate dagli emigranti italiani che, un tempo, abbandonavano la loro terra in cerca di un futuro migliore.
L’arrivo a New York sarà coronato da un gesto solenne: l’esposizione di una bandiera del MEI, un vessillo che sarà poi depositato presso Ellis Island, custode silenziosa della memoria collettiva dell’emigrazione italiana, un luogo che ha accolto e incanalato milioni di vite.
“Siamo tutti, in fondo, figli delle migrazioni,” sottolineano Paolo Masini, presidente del MEI, e Pierangelo Campodonico, direttore, evocando un concetto chiave: la migrazione come forza motrice della storia umana.
L’apporto dei migranti ha contribuito in modo determinante alla prosperità e all’arricchimento delle società, sia quelle del passato che quelle contemporanee.
L’atto di consegnare la bandiera del MEI a Ellis Island trascende il gesto fisico, diventando un ponte ideale che unisce il passato e il futuro, simboleggiando una continuità culturale e umana tra Italia e America.
Il progetto si propone dunque di fondere la memoria storica con la riflessione contemporanea, illuminando i sacrifici compiuti dagli italiani che, un tempo, lasciavano la loro patria alla ricerca di opportunità.
Allo stesso tempo, si intende stimolare una riflessione più ampia sul fenomeno migratorio attuale, un tema di grande rilevanza nel mondo globalizzato di oggi, interrogandosi sulle responsabilità, sulle sfide e sulle opportunità che le migrazioni comportano per le società ospitanti e per i migranti stessi.
È un’occasione per riappropriarsi di un patrimonio culturale prezioso, riscoprendo le radici della nostra identità e valorizzando il contributo inestimabile dei migranti italiani, che hanno plasmato il volto dell’America e continuano a influenzare il suo futuro.