lunedì 8 Settembre 2025
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Comune di L'Aquila

CGIL in mobilitazione: Pescara, un mare di speranza e denuncia.

In un’Italia profondamente scossa dagli eventi che si susseguono nella Striscia di Gaza, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) ha promosso una giornata nazionale di mobilitazione, un atto di solidarietà tangibile e una richiesta pressante di cambiamento politico.

Le piazze italiane, da nord a sud, sono state teatro di manifestazioni pacifiche, un coro unanime che chiede la fine delle violenze e un impegno concreto per la giustizia e il rispetto del diritto internazionale.

A Pescara, il Ponte del Mare si è trasformato in un palcoscenico di speranza e denuncia.
Un flashmob, sincronizzato con le iniziative in altre città, ha animato il luogo simbolo, attirando l’attenzione e amplificando il messaggio di dissenso.

La formazione di una catena umana, un anello umano che si estendeva sull’acqua, ha assunto un significato potente: incarnare la vitale importanza degli aiuti umanitari per una popolazione civile stremata, testimoniare la volontà di unire le forze a sostegno di chi soffre.
La presenza di amministratori locali, rappresentanti di associazioni, cittadini comuni e giornalisti della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) – un segnale importante di consapevolezza e responsabilità – ha arricchito ulteriormente l’evento.
Carmine Ranieri, segretario della CGIL Abruzzo-Molise, ha espresso con chiarezza la posizione dell’organizzazione, sottolineando l’inaccettabilità del massacro di civili, inclusi i professionisti dell’informazione, e l’urgente necessità di un cambio di rotta da parte del Governo italiano e dell’Unione Europea.

La CGIL si schiera con la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa che sfida apertamente le dinamiche geopolitiche e si fa portavoce di un grido di umanità.

La richiesta non è solo di cessate il fuoco, ma di una revisione radicale degli accordi di cooperazione con Israele, a causa delle ripetute e documentate violazioni del diritto internazionale.
Denunciare l’utilizzo della fame come arma di guerra è un imperativo morale, un atto di civiltà che non può essere ignorato.
La mobilitazione non è un episodio isolato, ma parte di un movimento globale che aspira a un mondo più giusto e pacifico, dove il rispetto dei diritti umani e la tutela dei civili siano al centro di ogni decisione politica.
L’appuntamento di Pescara è un monito: il silenzio è complice, l’azione è speranza.

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