Il Tanaro, fiume che solca il paesaggio cuneese, ha restituito un silenzio doloroso, ponendo fine alle speranze di ritrovare Abdou Ngom, il giovane di tredici anni scomparso nelle sue acque a Verduno il 22 aprile.
La comunità locale, profondamente scossa, ha accolto con sgomento la conclusione delle ricerche, interrotte in precedenza e riprese su insistenza dei familiari, testimoniando un dolore che si protrae nel tempo.
Per oltre una settimana, un intenso sforzo di ricerca ha visto coinvolti soccorritori, vigili del fuoco e volontari della Protezione Civile, un’orchestra di impegno civile che ha mobilitato risorse umane significative.
Centoventotto volontari, provenienti da tutti e undici i comuni della provincia di Cuneo, hanno partecipato alle operazioni, a testimonianza di un senso di solidarietà e di appartenenza collettiva profondamente radicato nel territorio.
Abdou, studente di scuola media residente a Bra, era nato e cresciuto in una famiglia senegalese, un ponte tra culture diverse, un simbolo di integrazione e di speranza per il futuro.
Il giorno della tragedia, si trovava sulla spiaggia dei cristalli, un luogo di svago e di bellezza naturale, in compagnia di tre amici coetanei.
Un’apparente innocenza spezzata da un evento drammatico che ha gettato un’ombra di sospetto e di dolore.
Le indagini della Procura, seguite con particolare attenzione dall’opinione pubblica, si sono concentrate sull’accertamento delle dinamiche che hanno portato alla scomparsa del giovane.
Al momento, uno dei compagni di gioco è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio, un atto che solleva interrogativi inquietanti sulle possibili responsabilità e sui motivi che avrebbero potuto spingere un giovane a un gesto tanto grave.
L’ipotesi, supportata da elementi raccolti durante le indagini, suggerisce un’aggressione premeditata, un atto di violenza innescato da una discussione, una lite che si è tragicamente conclusa con la perdita di una giovane vita.
La vicenda pone drammaticamente alla luce il tema del bullismo, dell’aggressività giovanile e della necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione e di supporto per i minori, promuovendo una cultura del rispetto e della legalità.
La scomparsa di Abdou Ngom non è solo una tragedia individuale, ma un campanello d’allarme per l’intera comunità.
Rappresenta un momento di riflessione profonda sui valori che vogliamo trasmettere alle nuove generazioni, sull’importanza di educare alla responsabilità, all’empatia e alla gestione dei conflitti in modo pacifico e costruttivo.
Il Tanaro, ora, scorre più lento, portando con sé il peso di un dolore immenso e l’urgente necessità di un cambiamento culturale.