martedì 9 Settembre 2025
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Crisi Conerobus: Sciopero e Rischio Collasso del Trasporto Pubblico Anconetano.

Il trasporto pubblico locale di Ancona e provincia si trova sull’orlo di una crisi sistemica, acuita da una combinazione di fattori economici, gestionali e politici che minacciano la continuità del servizio e la stabilità del posto di lavoro per 460 dipendenti di Conerobus.
Le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal hanno indetto uno sciopero di quattro ore per il 24 settembre, un atto di protesta che si configura come l’ultima risorsa dopo il collasso dei tentativi di mediazione in Prefettura.

La situazione critica di Conerobus non è frutto di una singola causa, ma il prodotto di una cronica carenza di visione strategica e di una gestione finanziaria opaca.

L’assenza di un solido piano industriale, teso a garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda, si somma a una mancanza di trasparenza nella comunicazione dei bilanci, alimentando un clima di incertezza e preoccupazione tra i lavoratori.

L’azienda si trova schiacciata tra le promesse di finanziamento da parte di Comune e Regione Marche, rivelatesi insufficienti a coprire i reali fabbisogni, e i contratti di servizio che non riflettono l’esponenziale aumento dell’inflazione e dei costi operativi.
Il nodo cruciale risiede nella rigidità dei meccanismi di finanziamento.
I contratti stipulati tra Regione e Atma (Azienda Trasporti Mobilità Ancona) e tra il Comune di Ancona e Conerobus per i chilometri aggiuntivi, non prevedono clausole di adeguamento automatico in risposta alle fluttuazioni dei prezzi del carburante, dei costi di manutenzione e delle retribuzioni.

Questa anomalia, unita alla collocazione delle Marche agli ultimi posti nella ripartizione delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti, aggrava ulteriormente la situazione, rendendo l’azienda sempre più vulnerabile alle avversità economiche.
Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dallo stato di abbandono di una parte significativa del parco mezzi, con circa sessanta autobus fermi in attesa di interventi di manutenzione, assicurazione e sostituzione di ricambi.

Questa situazione non solo riduce la capacità di risposta alle esigenze di mobilità della popolazione, ma mette seriamente a rischio la regolarità del servizio a partire dalla riapertura delle scuole, il 15 settembre.
L’inerzia politica e amministrativa rischia di condurre la comunità marchigiana a un paradosso drammatico: la perdita di un servizio essenziale per migliaia di persone, con conseguenze sociali ed economiche di portata significativa.

La mobilità locale non è un mero costo da comprimere, ma un investimento strategico per lo sviluppo del territorio, l’inclusione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
È urgente un cambio di paradigma, con l’adozione di politiche di sostegno al trasporto pubblico locale che tengano conto della sua importanza strategica e garantiscano una gestione finanziaria trasparente e sostenibile.

La protesta del 24 settembre è un grido d’allarme, un appello alla responsabilità delle istituzioni per evitare che la crisi di Conerobus diventi un danno irreparabile per l’intera comunità.

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