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Tragedia in mare: Indagini sulla morte di Simone La Torre

La tragica scomparsa di Simone La Torre, ventidue anni, il 9 agosto scorso, ha innescato un’indagine complessa e delicata, condotta dalla Capitaneria di Porto sotto la direzione del sostituto procuratore Vittorio Coppola.
La vicenda, scaturita da un evento apparentemente banale – la caduta in mare durante un’escursione in gommone con amici – si sta rivelando un intreccio di responsabilità potenzialmente stratificate, che vanno ben oltre la mera sfortuna.
Attualmente, due figure chiave sono al centro dell’attenzione degli inquirenti con l’ipotesi di omicidio colposo.

Il primo è l’amico di Simone che, nel momento cruciale, si trovava alla guida del gommone.

L’assenza di una patente nautica, requisito imprescindibile per la condotta di imbarcazioni a motore, solleva interrogativi sulla legittimità della sua condotta e sulla potenziale violazione delle norme di sicurezza marittima.

Il secondo indagato è il giovane che ha noleggiato l’imbarcazione, la cui responsabilità potrebbe derivare dalla verifica, o dalla mancata verifica, delle competenze del conducente prima di concedergli l’uso del natante.

Un elemento critico dell’indagine riguarda la posizione del titolare della ditta di noleggio.

La sua responsabilità, ancora da chiarire, potrebbe risiedere nella corretta applicazione delle procedure di sicurezza e nella verifica preventiva delle qualifiche dei clienti che richiedono l’affitto di imbarcazioni a motore.
Si sta valutando se siano state adeguate le misure di controllo e informazione fornite al gruppo, con particolare riferimento alle norme di comportamento in mare e all’obbligo di avere un’adeguata conoscenza delle procedure di sicurezza.

Le prime ricostruzioni suggeriscono che un errore di manovra potrebbe essere stato il fattore scatenante della caduta in mare.

Tuttavia, gli inquirenti stanno analizzando ogni dettaglio per determinare la dinamica esatta dell’evento, escludendo o confermando l’influenza di fattori ambientali, condizioni meteorologiche avverse o, ancora una volta, errori di valutazione da parte del conducente.

La ricostruzione si avvale di testimonianze, analisi tecniche e perizie balistiche per stabilire con precisione la sequenza degli eventi che hanno portato alla morte del giovane.

L’indagine mira a chiarire non solo la causa diretta della tragedia, ma anche eventuali negligenze o omissioni che potrebbero aver contribuito alla sua verificazione, con l’obiettivo di fare piena luce sulla vicenda e di accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.

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