La fragile stabilità operativa di Eurallumina, linfa vitale dell’industria alluministica del Sulcis Iglesiente, si trova sull’orlo di una paralisi potenzialmente irreversibile, ben prima che il tanto atteso piano di rilancio possa concretizzarsi.
La fabbrica, cruciale per la filiera dell’alluminio, vede compromesse le sue attività correnti a causa di un intreccio complesso di fattori geopolitici ed economici.
Al centro della crisi, il mancato varo del decreto energia per la Sardegna, un provvedimento che si preannunciava come salvaguardia per il tessuto industriale dell’Isola, mitigando l’impoverimento energetico e alleggerendo il peso delle bollette per imprese e famiglie.
L’inerzia del provvedimento, bloccato sul tavolo di Palazzo Chigi da giugno, si sovrappone ad una decisione inattesa da parte della proprietà russa, Rusal, che sembra ora orientata a drastiche riduzioni delle spese operative.
Secondo quanto riferito dai rappresentanti sindacali, l’azienda ha sospeso l’impegno a coprire i costi mensili di gestione, stimati tra 2,2 e 2,5 milioni di euro.
Questa decisione è diretta conseguenza del congelamento dei conti correnti di Rusal, imposto dal Comitato di sicurezza finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le sanzioni, derivanti dalla connessione indiretta con figure di spicco del panorama oligarchico russo, come Oleg Deripaska, hanno innescato una situazione paradossale.
A fronte di questa stretta finanziaria, la disponibilità di liquidità aziendale è stata ridotta a soli tre mesi, configurando uno scenario di grave incertezza.
La singolarità della situazione è ulteriormente esacerbata dal fatto che altre aziende europee, pur operando in condizioni simili, non hanno subito restrizioni paragonabili a quelle imposte a Eurallumina in Italia.
Questo disallineamento solleva interrogativi sull’impatto delle sanzioni e sulla possibilità di soluzioni mirate che tengano conto delle peculiarità del contesto sardo.
Di fronte a questa escalation, i sindacati hanno indetto un’assemblea in fabbrica per valutare azioni concrete a tutela dei lavoratori.
Già per giovedì, è prevista una manifestazione di protesta davanti alla prefettura di Cagliari, un gesto volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare l’intervento del prefetto, affinché porti le istanze dei lavoratori direttamente al tavolo del governo.
La vertenza Eurallumina, dunque, si configura come un campanello d’allarme che investe l’intera comunità sarda, mettendo a rischio un patrimonio industriale e occupazionale di inestimabile valore.
La speranza è che un dialogo costruttivo e tempestivo possa evitare una crisi ancora più profonda, garantendo la sopravvivenza e il rilancio di un’azienda strategica per il futuro dell’Isola.