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Nuovo testimone shock nel processo per la morte di Aurora Tila.

Un elemento inatteso irrompe nel drammatico processo in corso al Tribunale per i Minorenni di Bologna, che vede imputato un quindicienne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la giovane di tredici anni originaria di Piacenza.
La vicenda, già segnata da profonde cicatrici nella comunità e nell’animo delle parti coinvolte, si complica con l’emergere di un nuovo testimone: un ex compagno di detenzione del ragazzo.

Quest’uomo, il cui nome non è stato divulgato, ha fornito alla Procura una deposizione potenzialmente cruciale.
Secondo quanto riferito, l’imputato, costantemente ad affermare la propria innocenza, avrebbe confidato al suo ex compagno di cella dettagli specifici riguardanti le dinamiche del tragico evento, ammettendo, implicitamente, una responsabilità nel decesso di Aurora.

Il processo, proseguito dopo la pausa estiva e strutturato secondo la formula del rito abbreviato, è condizionato dall’audizione di periti medici designati dalla difesa, che hanno già espresso le proprie valutazioni in aula.

La prossima sessione vedrà a sua volta l’esame del consulente medico nominato dalla Procura, il dottor Simone Purgato.
L’avvocata Anna Ferraris, coadiuvata dal collega Mario Caccuri e incaricata di rappresentare la madre di Aurora, Morena Corbellini, ha confermato l’ammissione della testimonianza del nuovo soggetto, sollecitata dalla Procura.

Nonostante l’impossibilità di accedere al contenuto integrale della deposizione, è emerso che il testimone avrebbe descritto le circostanze del decesso, fornendo elementi che potrebbero corroborare l’ipotesi accusatoria.

La Procura sostiene che il quindicienne, gravato dall’aggravante dello stalking, avrebbe deliberatamente spinto Aurora dal balcone del settimo piano, aggravando la caduta con un colpo alle mani per impedirle di aggrapparsi alla ringhiera.

La difesa, al contrario, ipotizza un incidente, o un gesto volontario privo di premeditazione, che ha portato alla tragica conclusione.
L’emergere di questa nuova testimonianza accende una flebile speranza per la famiglia di Aurora, come espresso dalla madre, profondamente segnata dal dolore.

“Vediamo una luce in fondo al tunnel”, ha dichiarato Morena Corbellini, riponendo la sua fiducia nel sistema giudiziario, pur consapevole dell’incertezza del futuro.
“Questa testimonianza è fondamentale per noi, un tassello importante per cercare la verità e ottenere giustizia per la nostra Aurora.

”L’udienza si è conclusa con la promessa di ulteriori chiarimenti, con la consapevolezza che il percorso verso la verità e la giustizia sarà ancora lungo e complesso, ma con la speranza che questa nuova testimonianza possa contribuire a far luce sulla tragica scomparsa di Aurora Tila.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla dinamica della relazione tra i due ragazzi, sul ruolo dello stalking e sulla necessità di una maggiore attenzione ai segnali di disagio e violenza che spesso si celano dietro le apparenze.

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