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Controversia in Abruzzo: Circolare Scolastica tra Autonomia e Controllo Genitoriale

Una controversa circolare emessa dall’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Marconi” di Penne, in Abruzzo, ha generato un acceso dibattito, mettendo in discussione l’autonomia degli studenti maggiorenni.
Il provvedimento, datato 3 settembre, richiedeva la firma dei genitori per giustificare assenze, ritardi o uscite anticipate, innescando un’ondata di proteste e sollevando interrogativi sull’equilibrio tra diritti degli studenti e controllo genitoriale.
La dirigente scolastica, Angela Pizzi, ha prontamente convocato un’assemblea straordinaria, invitando non solo genitori e studenti, inclusi i maggiorenni e coloro che raggiungeranno la maggiore età entro giugno 2026, ma anche i media e la comunità interessata, al fine di chiarire le intenzioni alla base della circolare e dissimare le preoccupazioni che ne sono scaturite.
La dirigente ha voluto sottolineare che l’obiettivo primario è la tutela delle famiglie, non l’imposizione di un potere coercitivo sugli studenti.
L’istituto, con una popolazione studentesca di 460 unità distribuite su 26 classi, inclusi corsi serali, affronta una situazione complessa.

Dopo la chiusura della sede storica a seguito del crollo del tetto nel 2018, l’istituto opera in un Modulo Uso Scolastico Temporaneo (MUST), una condizione precaria che aggrava le difficoltà gestionali e rende ancora più delicata la percezione della scuola da parte della comunità.

La preside Pizzi esprime rammarico per il clamore suscitato, definendolo “fuori luogo” e dannoso per un istituto che si sta faticosamente risollevando dopo il terremoto del 2017 e le critiche derivanti dalla tendenza a sminuire i tecnici professionali.

La dirigente sottolinea che la circolare esiste da anni, applicata senza sollevare obiezioni, e che si basa su un principio di collaborazione tra scuola e famiglia, consapevole delle esigenze dei genitori che lavorano e desiderano avere la certezza della frequenza dei propri figli.

L’obiettivo non è il controllo fine a se stesso, ma la possibilità di garantire un adeguato monitoraggio della presenza scolastica, evitando situazioni di dispersione o comportamenti rischiosi.
La preside difende con fermezza la sua visione pedagogica, affermando che ogni studente è considerato un “figlio” e che la circolare non rappresenta una forma di abuso di potere o di coercizione, ma un modo per favorire un rapporto di fiducia e trasparenza tra scuola, famiglia e studenti.
Ha inoltre chiarito che non vi sono mai state situazioni di trattenimento ingiustificato e che i genitori hanno sempre potuto comunicare eventuali necessità o imprevisti.
Il provvedimento si configura dunque come un tentativo di bilanciare l’autonomia studentesca con la responsabilità genitoriale, in un contesto sociale ed economico caratterizzato da crescenti difficoltà e incertezze.
La vicenda evidenzia, infine, le sfide che le istituzioni scolastiche affrontano nel tentativo di garantire un’istruzione di qualità, promuovendo al contempo i valori di autonomia, responsabilità e collaborazione.

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