La candidatura di Tito alla Capitale Italiana del Libro 2026 si configura non come una semplice ambizione amministrativa, ma come un atto di profonda riflessione sull’importanza della lettura in un’epoca definita dalla frenesia digitale e dalla superficialità dell’esperienza online.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha sottolineato con acume come questa scelta rappresenti una sfida culturale, un’inversione di tendenza rispetto a un modello di fruizione intellettuale sempre più frammentato e veloce.
Lungi dall’essere un mero passatempo, la lettura emerge come uno strumento di trasformazione personale e collettiva.
Ogni libro, più che un insieme di pagine stampate, si rivela una porta d’accesso a mondi inesplorati, un trampolino verso la comprensione di sé e degli altri.
Il paragone con il viaggio è emblematico: il lettore si imbarca in un’avventura senza possedimenti materiali, ma arricchito da una nuova prospettiva, da un bagaglio di conoscenze e sensazioni che lo accompagneranno per sempre.
Questo è il messaggio che la Basilicata intende veicolare all’Italia intera, un messaggio di speranza e di fiducia nel potere della cultura.
Il titolo del dossier di candidatura, “Una lettura che rigenera.
Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro”, non è un mero esercizio di retorica, ma un manifesto programmatico.
Riflette la volontà di Tito di utilizzare l’esperienza della Capitale del Libro non solo per promuovere il territorio, ma anche per stimolare un cambiamento culturale profondo, capace di rinsaldare il senso di appartenenza alla comunità e di proiettare lo sguardo verso un futuro più consapevole e sostenibile.
La lettura, in questa visione, si configura come un motore di rigenerazione sociale, in grado di valorizzare le peculiarità identitarie, di promuovere l’inclusione e di rafforzare il legame tra le generazioni.
L’opportunità di presentare il progetto il 17 settembre a Roma, presso il Ministero della Cultura, rappresenta un momento cruciale per Tito, che avrà l’occasione di illustrare la propria visione e di confrontarsi con gli altri candidati (Carmagnola, Perugia, Pistoia e Nardò).
Il contributo economico di 500.000 euro destinato alla città vincitrice non è solo un sostegno finanziario, ma un investimento nel futuro, un riconoscimento del valore inestimabile della cultura e della sua capacità di trasformare la realtà.
Tito aspira a dimostrare che la lettura non è un lusso, ma un diritto, un’esigenza imprescindibile per la crescita individuale e collettiva.
L’ambizione non è solo quella di vincere, ma di accendere una scintilla, di risvegliare la passione per la lettura e di dimostrare che, anche nell’era digitale, il libro rimane un compagno fedele, un amico silenzioso, un viaggio senza fine.