domenica 5 Ottobre 2025
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Piemonte

Formaggi a Latte Crudo: Salvaguardare un Patrimonio da Perdere

La salvaguardia dei formaggi a latte crudo rappresenta una sfida complessa, un crocevia di interessi economici, culturali e ambientali che richiedono un’azione concertata e lungimirante.

Non si tratta semplicemente di preservare un’eccellenza gastronomica, ma di tutelare un intero sistema di valori radicati nel territorio, un patrimonio immateriale che affonda le sue radici in secoli di storia e tradizione.

La recente conferenza stampa di Torino, in preparazione dell’imminente edizione di Cheese a Bra, ha acceso i riflettori su una situazione critica.

La scomparsa di questi formaggi non è un evento isolato, bensì il sintomo di un declino più ampio che affligge le aree montane, spopolate e marginalizzate, dove questi prodotti unici nascono e si evolvono.

Il rischio è quello di perdere non solo un sapore inconfondibile, ma un modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla biodiversità, sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla trasmissione di un sapere ancestrale.

La sopravvivenza di queste piccole realtà produttive è appesa a un filo, soffocata da costi crescenti, dalla carenza di infrastrutture essenziali e dall’invecchiamento della popolazione pastorale.

La perdita di sportelli bancari e la difficoltà di accesso alla banda larga, elementi cruciali per la connettività e la gestione aziendale, aggravano ulteriormente una situazione già precaria.
Le nuove normative proposte, spesso frutto di un allarmismo mediatico distorto e privo di una corretta base informativa, rischiano di infliggere il colpo decisivo a un settore già fragile.
È necessario un cambio di paradigma, un approccio basato sulla conoscenza scientifica, sul dialogo costruttivo e sulla valorizzazione del ruolo dei pastori, custodi di un sapere millenario.

Cheese, l’evento organizzato da Slow Food e Città di Bra, con il sostegno delle istituzioni regionali e ministeriali, si configura come una vetrina fondamentale per dare voce a questi giovani custodi del territorio, che con coraggio continuano a preservare razze autoctone, a tutelare prati stabili e pascoli, e a lavorare il formaggio secondo metodi tradizionali.

Sono loro i protagonisti di un futuro possibile, un futuro in cui l’agricoltura è sinonimo di sostenibilità, di qualità, di rispetto per l’ambiente e per le comunità locali.

È imperativo un impegno collettivo che coinvolga istituzioni a tutti i livelli – governo, regioni, enti locali, parchi naturali – associazioni di categoria, imprese private e, soprattutto, i consumatori.
Quest’ultimi, attraverso scelte consapevoli e acquisti mirati, possono sostenere direttamente queste aziende, promuovendo un modello alimentare più equo e trasparente.

La sfida non è solo economica, ma profondamente culturale.
Richiede una “rivoluzione” di mentalità, un ritorno alla riscoperta del valore del territorio, della lentezza, dell’artigianalità.
Occorre investire in educazione, in informazione, in iniziative che promuovano la conoscenza dei prodotti locali e delle loro storie.

Solo così sarà possibile garantire la sopravvivenza dei formaggi a latte crudo, preservando un patrimonio inestimabile per le generazioni future.

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