La recente seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana ha segnato un punto di svolta, non con una vera e propria discussione formale, ma con l’emersione di una questione cruciale: la riforma della legge elettorale regionale.
L’iniziativa è stata catalizzata dal vice presidente dell’Ars e leader del Movimento 5 Stelle in Sicilia, Nuccio Di Paola, che ha abilmente sfruttato il contesto della discussione sulla norma riguardante l’introduzione del deputato supplente, promossa a livello nazionale da Forza Italia, per sollevare la questione in modo istituzionale e pubblico.
Questa manovra si è rivelata un’occasione per collegare l’esigenza di una modifica statutaria, necessaria per l’istituzione del deputato supplente, a una più ampia revisione del sistema elettorale regionale.
L’intervento di Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars, ha ulteriormente amplificato la portata della questione, con la sua richiesta formale affinché l’Assemblea si pronunci sull’argomento, manifestando un’apertura alla discussione che, stando alle dichiarazioni di Di Paola, non ha trovato resistenze immediate.
Il leader pentastellato non si è limitato a sollevare la questione del deputato supplente.
Ha proposto un’agenda riformatrice più ampia, articolata su tre pilastri fondamentali: la revisione dei collegi elettorali, con particolare attenzione all’accorpamento di quelli di dimensioni ridotte per garantire una maggiore rappresentatività e proporzionalità; l’eliminazione del legame tra i listini dei candidati e la figura del presidente della Regione, che attualmente genera distorsioni e può limitare l’autonomia dei singoli elettori; e, infine, l’introduzione del meccanismo della doppia preferenza di genere, volto a promuovere una maggiore equità di genere all’interno dell’Assemblea.
L’approccio di Di Paola, che condiziona l’introduzione del deputato supplente alla contemporanea riforma della legge elettorale, rivela una visione strategica che mira a massimizzare l’impatto delle modifiche normative.
L’argomentazione è che, se si rende necessario modificare lo Statuto per consentire l’istituzione del deputato supplente, allora si dovrebbe cogliere l’opportunità per implementare una riforma più ampia e organica della legge elettorale, capace di migliorarne la funzionalità, l’equità e la rappresentatività.
Questa proposta inattesa ha riscosso una certa sorpresa, ma, a quanto pare, ha anche aperto un canale di dialogo costruttivo, suggerendo una potenziale convergenza di interessi tra le diverse forze politiche presenti in Assemblea.
La disponibilità espressa dal capogruppo di Forza Italia a discutere la questione indica un potenziale punto di incontro e un’apertura a un percorso di riforma che potrebbe ridisegnare il panorama politico regionale, introducendo un sistema elettorale più moderno, trasparente e inclusivo.
L’auspicio è che questa iniziativa possa innescare un dibattito ampio e partecipato, coinvolgendo non solo i rappresentanti politici, ma anche la società civile e gli esperti del settore, al fine di definire una legge elettorale che sia espressione della volontà popolare e garanzia di un governo stabile ed efficace per la Sicilia.