L’azione sinergica tra istituzioni accademiche e amministrazioni locali si configura come fulcro di un’iniziativa strategica volta a rigenerare il tessuto socio-economico delle aree interne italiane.
Il Cirps (Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo delle Aree Interne), un’aggregazione di 27 atenei nazionali, sta implementando un modello di sviluppo integrato, recentemente illustrato ai sindaci della Città dell’Alta Irpinia, un’unione di comuni irpini guidata da Rosanna Repole.
L’obiettivo primario è contrastare lo spopolamento, una sfida complessa che minaccia la vitalità di queste comunità marginali, attraverso un approccio olistico che interseca settori chiave.
Il piano d’azione, sostenuto da un investimento complessivo di 90 milioni di euro destinati a tutto il territorio nazionale, si articola in una serie di interventi mirati.
In ambito infrastrutturale, si punta a realizzare un sistema di mobilità “dolce” e flessibile, basato su una piattaforma digitale di “on-demand transport”, che permetta ai residenti di accedere a servizi di trasporto personalizzati e a basso impatto ambientale.
Questo sistema, pensato per superare le barriere geografiche e logistiche che spesso affliggono le aree interne, mira a favorire l’accessibilità ai servizi essenziali e a promuovere il turismo sostenibile.
La digitalizzazione delle procedure amministrative rappresenta un pilastro fondamentale dell’iniziativa, con l’ambizioso obiettivo di ridurre drasticamente i tempi di attesa per permessi e autorizzazioni a una sola giornata lavorativa.
Questa semplificazione burocratica, oltre a migliorare l’esperienza dei cittadini, intende stimolare l’imprenditorialità locale, facilitando l’avvio di nuove attività economiche, inclusi modelli di business B2B e negozi di prossimità.
In parallelo, si offre un supporto concreto allo sviluppo d’impresa, puntando a creare un ecosistema favorevole all’innovazione e alla creazione di posti di lavoro.
L’intervento si estende al settore sanitario, prevedendo la presenza regolare di medici specialisti e infermieri nei borghi con popolazione inferiore a 1.500 abitanti, un servizio cruciale per garantire l’assistenza sanitaria di base e contrastare l’emarginazione sanitaria.
L’autosostenibilità economica dei progetti costituisce un principio cardine, richiedendo la progettazione di modelli finanziari resilienti e la ricerca attiva di fonti di finanziamento europee e nazionali.
L’associazione Svimar, impegnata nello sviluppo delle aree interne, collabora attivamente con il Cirps, fornendo competenze specialistiche in ambito di fattibilità, progettazione e accesso ai finanziamenti.
L’iniziativa, lungi dall’essere un intervento isolato, si configura come un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato, volto a costruire un futuro più equo e sostenibile per le aree interne italiane, promuovendo la coesione sociale e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale.