domenica 14 Settembre 2025
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Sanità Molise: tra criticità, Piano 2025 e assenza di dialogo.

La sanità pubblica molisana, un sistema gravato da decenni di criticità strutturali e gestionali, si trova ancora a navigare in acque agitate.

La complessa vicenda del Piano di Rientro dal Disavanzo, avviato nel 2007, e il conseguente regime commissariale, iniziato nel 2009, hanno lasciato cicatrici profonde, alimentando un costante dibattito e, inevitabilmente, acuti disagi per la popolazione.

L’attenzione si concentra ora sul Piano Operativo Sanitario 2025-2027, elaborato dalla Struttura Commissariale e destinato a un esame congiunto dei Ministeri della Salute e dell’Economia, un atto che dovrebbe tracciare il futuro del sistema sanitario regionale.

Le recenti critiche sollevate dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco e Angelo Primiani, non fanno altro che evidenziare le persistenti fragilità del sistema.
Greco ha utilizzato un’immagine potente – “la sanità pubblica continua a venirne fuori con le ossa rotte” – per descrivere le conseguenze del ridimensionamento strategico di alcuni presidi ospedalieri, con particolare riferimento agli ospedali di Isernia e Agnone.

Questa riduzione, a suo avviso, appare funzionale a favorire l’espansione e il rafforzamento delle strutture sanitarie private convenzionate, sollevando interrogativi sull’equilibrio tra pubblico e privato e sulla reale disponibilità di servizi per la comunità.

Angelo Primiani ha aggiunto una prospettiva cruciale, denunciando la mancanza di coinvolgimento del Consiglio Regionale nelle decisioni programmatiche di tale portata.

Questa assenza di dialogo, nonostante le ripetute richieste di audizioni rivolte ai Commissari, sottolinea un deficit di trasparenza e di partecipazione democratica, esacerbato dal fatto che l’Assemblea Regionale, pur non avendo competenze legislative dirette in materia sanitaria, rappresenta l’espressione della volontà popolare.

La percezione diffusa tra i cittadini molisani è quella di essere indirettamente penalizzati, di dover sopportare le conseguenze di scelte imposte “ai tavoli romani”, senza poter esercitare un controllo significativo.
Il nodo centrale della questione è la necessità di un ripensamento radicale dell’organizzazione sanitaria regionale, che vada oltre le semplici misure di contenimento del disavanzo.

Serve una visione a lungo termine, basata su dati epidemiologici aggiornati, sull’analisi dei bisogni della popolazione e sulla valorizzazione delle risorse umane disponibili.
È imperativo investire nella prevenzione, nell’assistenza territoriale e nell’integrazione socio-sanitaria, promuovendo al contempo la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica.
Solo attraverso un approccio olistico e partecipativo si potrà garantire una sanità pubblica efficiente, equa e accessibile a tutti i cittadini molisani, restituendo loro fiducia e speranza in un futuro più sano e sostenibile.

Il silenzio e l’assenza di un effettivo coinvolgimento delle istituzioni regionali rischiano di compromettere ulteriormente la tenuta di un sistema sanitario già pesantemente provato.

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