L’azione di giustizia europea ha portato all’arresto in territorio francese, a distanza di mesi, di un cittadino albanese trentacinquenne, figura chiave in un’organizzazione criminale dedita a una serie di furti in abitazione perpetrati nella Val di Non.
Il mandato di arresto, emesso dal giudice per le indagini di Trento, giunge a conclusione di un’intensa attività investigativa avviata a maggio, quando l’uomo si era reso inestricabile.
L’indagine, condotta congiuntamente dai Carabinieri di Cles e Borgo, ha svelato una rete criminale strutturata, con un rifugio strategico situato in una remota località montuosa della Valsugana.
Questo avamposto, elemento cruciale per la pianificazione e l’esecuzione dei colpi, è stato scoperto e perquisito, rivelando un vero e proprio arsenale da scasso: utensili specializzati, guanti tattici, sistemi di comunicazione avanzati (ricetrasmittenti) e abbigliamento volto a occultare l’identità dei componenti della banda, come passamontagna.
Particolarmente significativa è stata la scoperta di un veicolo elettrico di ultima generazione, identico a quello utilizzato in diverse circostanze per sfuggire alle forze dell’ordine nel territorio della Paganella.
Questo veicolo, di elevata cilindrata e apparentemente nuovo, era risultato rubato in provincia di Milano a marzo e provvisto di targhe alterate, illegittimamente intestate a una residente in Bolzano, ignara del coinvolgimento del veicolo in attività criminali.
La sofisticazione utilizzata nell’alterazione delle targhe suggerisce una pianificazione meticolosa e l’utilizzo di competenze specialistiche.
L’attività di investigazione, temporaneamente sospesa in seguito all’arresto del soggetto in Francia, dove si trovava detenuto per reati diversi, non ha pregiudicato l’impegno dei Carabinieri di Cles e della Procura di Trento, i quali proseguono incessantemente le indagini per identificare e assicurare alla giustizia gli altri membri della pericolosa organizzazione criminale.
L’arresto, pur rappresentando un significativo successo, sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione transnazionale nella lotta alla criminalità organizzata, evidenziando come i confini geografici non possano costituire un ostacolo all’azione di giustizia.
L’indagine si preannuncia complessa, volto a ricostruire i flussi finanziari, le ramificazioni logistiche e i contatti internazionali della banda, con l’obiettivo di smantellare completamente la struttura criminale e prevenire ulteriori colpi.