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Basso Cannarsa: Ritratti Eloquenti tra Parole e Immagini

L’Arte del Ritratto, l’Eco delle Parole: Basso Cannarsa e il Salone Abbaziale di Sesto al ReghenaIl salone abbaziale di Sesto al Reghena, scrigno di storia e silenzio, si anima di voci e di volti, di parole e di immagini.

Dal 13 settembre al 5 ottobre, la mostra “Ritratti eloquenti” offre un’occasione unica per immergersi nell’universo creativo di Basso Cannarsa, fotografo che ha saputo catturare l’anima di alcuni dei più significativi intellettuali del nostro tempo.
Un viaggio attraverso la letteratura, l’arte e il pensiero, che rende omaggio a figure iconiche come Primo Levi, Natalia Ginzburg, Federico Fellini, José Saramago, Annie Ernaux e Isabel Allende, spesso già incontrate nel contesto del festival Dedica.

Basso Cannarsa, nato a Termoli nel 1956, ha costruito una carriera come freelance, collaborando con le più prestigiose case editrici e quotidiani a livello internazionale.
La sua fama, consolidata nel tempo, si radica nella sua capacità di andare oltre la mera documentazione fotografica, elevando il ritratto a una forma d’incontro intimo e rivelatorio.

Le sue immagini non sono semplici rappresentazioni, ma frammenti di vita, istantanee cariche di significato che trascendono la loro funzione originaria per diventare memoria collettiva, un patrimonio emotivo condiviso.

La curatela di Claudio Cattaruzza e Angelo Bertani, illuminata dalla sensibilità e dalla profonda passione letteraria dell’autore, ha saputo raccogliere un corpus di oltre quaranta ritratti che costituiscono un affresco vivido e commovente di un’epoca.
Ogni fotografia, come sottolinea Bertani, cristallizza un istante fugace, irripetibile, svelando la singolarità e l’unicità del soggetto.
Le opere di Cannarsa non si limitano a fissare un’apparenza; esse suggeriscono, evocano, invitano alla riflessione sull’interiorità di chi è ritratto, sulle sue fragilità, sulle sue passioni, sulla complessità del suo percorso intellettuale.
La mostra, con il sostegno del comune di Sesto al Reghena e l’impegno di Thesis Associazione Culturale, si configura come un dialogo fecondo tra arte visiva e spazio architettonico.
L’assessora alla Cultura, Elisa Coassin, descrive l’esposizione come un ponte che attraversa cinquant’anni di cultura, un’esperienza emotiva capace di risuonare nel cuore di ogni lettore, offrendo spunti di riflessione sulla natura della creatività, sul potere delle parole e sulla bellezza dell’incontro umano.

La luce soffusa del salone abbaziale, i suoi affreschi silenziosi, contribuiscono a creare un’atmosfera intima e suggestiva, amplificando l’impatto emotivo delle immagini e invitando il visitatore a una profonda immersione nel mondo interiore degli intellettuali ritratti.

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