Il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo segna una svolta cruciale nel percorso verso una riforma strutturale della filiera agroalimentare europea, un passaggio che Coldiretti Basilicata accoglie con soddisfazione.
L’approvazione della revisione dell’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM) rappresenta un riconoscimento alla necessità di riequilibrare il potere contrattuale degli operatori agricoli, spesso marginalizzati in un sistema che privilegia la trasformazione e la distribuzione a scapito della produzione primaria.
La problematica è quantificabile: per ogni euro speso dal consumatore finale in prodotti alimentari trasformati, solo il 6% finisce nelle mani degli agricoltori, spesso insufficiente a coprire i costi di produzione e a garantire un reddito dignitoso.
Questa disarmonia strutturale ha generato un modello insostenibile, erodendo la vitalità delle aziende agricole e mettendo a rischio la sicurezza alimentare a lungo termine.
L’elemento centrale della riforma approvata è l’introduzione di contratti scritti obbligatori lungo l’intera filiera agroalimentare.
Questa misura, ottenuta riducendo drasticamente le esenzioni proposte inizialmente dalla Commissione Europea, mira a instaurare maggiore trasparenza e prevedibilità nelle relazioni commerciali, combattendo le pratiche commerciali sleali che hanno storicamente penalizzato gli agricoltori.
L’obbligo contrattuale non è solo una formalità: implica la necessità di definire in modo chiaro termini, condizioni e responsabilità, incentivando la negoziazione equa e la condivisione del valore lungo la filiera.
Parallelamente, il voto della Commissione evidenzia un principio fondamentale: il costo di produzione deve essere un fattore imprescindibile nella determinazione del prezzo pagato all’agricoltore.
Questa presa di coscienza, frutto degli anni di battaglie condotte da Coldiretti, sottolinea l’importanza di considerare la sostenibilità economica della produzione agricola, un fattore cruciale per la sua resilienza e la sua capacità di rispondere alle sfide future.
La tutela delle denominazioni di origine protetta (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) rappresenta un altro tassello fondamentale di questa riforma.
L’introduzione rapida di un quadro normativo solido e completo contro il fenomeno del “meat sounding” – ovvero l’utilizzo improprio di termini tradizionalmente associati alla carne per descrivere prodotti vegetali o artificiali – è essenziale per proteggere l’identità e la qualità dei prodotti agroalimentari europei, preservando il legame tra territorio, tradizione e cultura.
Questa decisione del Parlamento Europeo non è solo una vittoria per gli agricoltori italiani e basilesi, ma un segnale politico di grande importanza per l’intera Unione Europea.
Si tratta di un passo concreto verso un modello agricolo più equo, sostenibile e resiliente, capace di garantire la sicurezza alimentare e la sovranità dell’Unione, in un contesto globale caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e incertezze economiche.
Il voto è un monito a guardare avanti con responsabilità, consapevoli che la sopravvivenza delle nostre campagne è imprescindibile per il futuro dell’Europa.
La plenaria del Parlamento Europeo dovrà ora confermare questo impegno, assicurando risorse adeguate e un quadro normativo coerente per sostenere le nostre aziende agricole e preservare il patrimonio agroalimentare europeo.