“Scarabocchi.
Il mio primo festival” si apre quest’anno con un’esplorazione profonda e suggestiva: l’uomo attraverso le sue mani.
Dal 12 al 14 settembre, il Complesso monumentale del Broletto di Novara ospita l’ottava edizione del festival, un percorso curato dalla Fondazione Circolo dei Lettori e Doppiozero che celebra un organo tanto comune quanto straordinario, catalizzatore di evoluzione e ponte verso la comprensione della nostra stessa umanità.
Lungi dall’essere un semplice strumento di azione, la mano si rivela il punto zero di un’infinita rete di significati: dal primordiale senso del tatto, via di accesso al mondo e fondamento dell’apprendimento, all’invenzione della scrittura, un’estensione del pensiero che ha plasmato la civiltà.
La carezza, la presa, la costruzione, la creazione, ma anche la potenziale distruzione: la mano racchiude in sé l’intera gamma dell’esperienza umana, incarnando la nostra capacità di connetterci, di modificare il reale, di lasciare un’impronta.
Marco Belpoliti, curatore del festival e direttore editoriale di Doppiozero, ha scelto di focalizzare l’attenzione su questo elemento essenziale, giocando con l’assonanza tra “U-mano” e “umano”, come a voler ricordare come la nostra identità sia intrinsecamente legata a questa porzione terminale dell’arto, un segmento che definisce e viene definito da noi stessi.
Un gesto semplice, l’atto di tendere la mano, diventa così metafora di un bisogno primario di contatto, di riconoscimento, di dialogo.
Giuseppe Culicchia, direttore della Fondazione Circolo dei Lettori, sottolinea la rilevanza di questa scelta in un’epoca segnata da crescenti fratture comunicative e disumanizzazioni.
In un mondo sempre più interconnesso a livello tecnologico, paradossalmente, la capacità di ascolto, il confronto empatico, la comprensione dell’altro, si rivelano fragili e spesso assenti.
Le voci dei bambini, provenienti da zone di conflitto e di crisi, ci sollecitano a ritrovare un’umanità condivisa, a ricostruire ponti di dialogo, a riscoprire il valore intrinseco dell’incontro.
“Scarabocchi” si configura quindi non solo come un festival dedicato all’infanzia, ma come un’opportunità per adulti e bambini di riflettere insieme sulla natura umana, sul potere del gesto, sulla necessità di ritrovare un linguaggio comune che vada oltre le parole, un linguaggio fatto di sguardi, di mani tese, di esperienze condivise.
Un percorso ricco di lectio magistralis, incontri stimolanti e laboratori creativi, guidato da figure di spicco come Telmo Pievani, Lorenzo Mattotti, Tullio Pericoli, Arturo Brachetti, Elisa Seitzinger, Giuseppe Di Napoli, Coquelicot Mafille, Matteo Meschiari, Ale Puro e Giovanna Durì, per esplorare le infinite possibilità che si aprono quando si sceglie di pensare con le mani.