venerdì 12 Settembre 2025
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Modica-Pozzallo: il centro fantasma costa 1,6 milioni e solleva dubbi.

L’inutilizzata struttura di Modica e Pozzallo, un “Centro procedure accelerate di frontiera” costato 1,6 milioni di euro, solleva interrogativi urgenti e impone un’analisi approfondita delle politiche migratorie italiane.
Due interrogazioni parlamentari, presentate alla Camera e all’Assemblea Regionale Siciliana, mettono a nudo un’infrastruttura progettata per velocizzare i rimpatri di richiedenti asilo provenienti da paesi ritenuti sicuri, ma oggi sostanzialmente inattiva, trasformata in un onere finanziario e simbolico.
Il centro, inaugurato nell’estate del 2023 come espansione dell’hotspot di Pozzallo, rappresentava una presunta innovazione nel sistema di gestione dei flussi migratori.

L’idea era quella di creare un percorso accelerato per le procedure di rimpatrio, un modello che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto alleggerire la pressione sui centri di accoglienza e snellire i processi decisionali.
Tuttavia, l’esperienza si è rivelata un fallimento strutturale.

La decisione dei giudici, che hanno invalidato la procedura di rimpatrio rapida proposta dal questore, ha segnato l’inizio del declino del centro.

L’assenza di migranti, unita alla necessità di mantenere attivi i sistemi di sorveglianza militare, ha trasformato la struttura in un simbolo di spreco di risorse pubbliche e di politiche mal concepite.
La definizione di “cattedrale nel deserto” non è solo una metafora giornalistica, ma riflette la disconnessione tra le intenzioni iniziali e la realtà del progetto.

La situazione è aggravata dal silenzio che avvolge il centro ragusano, in contrasto con la trasparenza dimostrata in altre realtà, come il centro albanese di Gjader.
Questo opacità alimenta sospetti e solleva interrogativi sulla reale volontà di affrontare il problema dei flussi migratori in modo efficace e responsabile.

Le interrogazioni parlamentari rivolte al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al Governatore siciliano, Renato Schifani, costituiscono un appello urgente a rompere questo silenzio e a rendere conto ai cittadini.

Il deputato Barbagallo chiede al Ministro di assumere iniziative concrete per valutare la reale utilità della struttura e per evitare ulteriori sprechi di denaro pubblico.

Il parlamentare Dipasquale, rivolgendosi al Governatore Schifani, esorta a un intervento diretto a Roma, affinché le voci delle istituzioni regionali siano ascoltate e considerate nella definizione delle politiche migratorie nazionali.

Al di là delle responsabilità politiche immediate, il caso del centro di Modica e Pozzallo solleva questioni di portata più ampia: l’efficacia dei modelli di gestione dei flussi migratori, la trasparenza delle decisioni politiche, e il ruolo delle istituzioni regionali nel processo decisionale.
L’episodio deve essere interpretato come un campanello d’allarme, che invita a una riflessione critica e a un ripensamento radicale delle strategie di gestione dell’immigrazione, basate su dati reali, analisi approfondite e un dialogo aperto tra tutte le parti interessate.
La necessità di evitare sprechi di risorse e di garantire l’efficienza delle politiche pubbliche impone un cambio di rotta, orientato verso soluzioni concrete e sostenibili, che tengano conto delle esigenze dei migranti e delle comunità locali.

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