L’antica dicotomia che relegava l’agricoltura a ruolo antagonista nei confronti della salvaguardia ambientale sta, fortunatamente, cedendo il passo a una comprensione più articolata e rispettosa.
Il cuore pulsante di questa transizione risiede nei contadini stessi, custodi di un patrimonio inestimabile di conoscenze, tradizioni e pratiche che rappresentano non solo il nostro passato, ma anche la chiave per un futuro agricolo sostenibile.
Come sottolineato dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, durante l’inaugurazione del festival Risò a Vercelli, l’agricoltura non è un fattore di degrado, bensì un elemento cruciale per la salute del nostro pianeta.
L’affermazione, apparentemente semplice, racchiude una profonda rivalutazione del ruolo del mondo agricolo, che troppo spesso è stato marchiato da pregiudizi infondati.
La tutela dell’ambiente non può prescindere dal supporto e dalla valorizzazione delle aziende agricole.
La scelta tra preservare una forma di vita microbica e sostenere un’attività agricola che impiega risorse umane, genera occupazione e produce cibo per milioni di persone, non dovrebbe configurarsi come un dilemma.
L’investimento nella terra, la passione e il lavoro svolto dagli agricoltori meritano di essere riconosciuti e incentivati, poiché essi rappresentano la linfa vitale di un sistema complesso e interconnesso.
Il Piemonte, terra di eccellenze come la Douja D’or, la Fiera del tartufo e Cheese, si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione.
L’istituzione del festival Risò, un evento dedicato a uno dei prodotti simbolo della regione, testimonia l’impegno a promuovere una narrazione completa e multidisciplinare, che abbracci le dimensioni scientifiche, enogastronomiche e ambientali.
Non si tratta semplicemente di celebrare un alimento, ma di approfondire le sue radici, il suo impatto sul territorio e le opportunità di sviluppo che offre.
Ripercorrere la storia del Piemonte significa ripercorrere la storia dell’Italia.
La figura di Cavour, primo Presidente del Consiglio e Ministro dell’Agricoltura, simboleggia l’importanza strategica del settore primario per la crescita e l’unità del Paese.
Riconoscere il valore del mondo agricolo è un atto di rispetto verso le nostre radici, un investimento nel nostro futuro e una dichiarazione d’amore verso il territorio che ci accoglie.
È un invito a ripensare il rapporto tra uomo e natura, a valorizzare il lavoro dei contadini e a costruire un’agricoltura più giusta, sostenibile e resiliente.