La recente ondata di revisione normativa riguardante le estensioni dei locali, comunemente denominate “dehors”, segna una svolta significativa nel panorama dell’occupazione del suolo pubblico.
L’attuale quadro legislativo, nato come risposta emergenziale durante l’emergenza sanitaria del 2020, si presenta ora come un punto di snodo cruciale, richiedendo una riconsiderazione approfondita e un riallineamento con le esigenze di un contesto urbano in evoluzione.
L’adozione delle misure transitorie, inizialmente concepite come soluzioni temporanee per garantire la sicurezza e la continuità operativa delle attività ristorative nel rispetto delle restrizioni pandemiche, ha portato, con le successive proroghe, a un’espansione capillare dell’occupazione del suolo pubblico.
Questo fenomeno, pur avendo offerto un supporto vitale al settore, ha sollevato interrogativi legittimi circa l’impatto sulla vivibilità delle città, sull’accessibilità per le persone con disabilità, sulla sicurezza stradale e sulla qualità del paesaggio urbano.
Il governo, consapevole di queste problematiche, ha avviato un processo di revisione che punta a definire un modello più sostenibile e condiviso.
L’obiettivo non è quello di annullare i vantaggi che i dehors hanno apportato al settore della ristorazione, ma di regolamentare in modo più rigoroso e prevedibile la loro presenza, tenendo conto non solo delle esigenze economiche delle attività, ma anche dei diritti e delle aspettative dei cittadini.
Le nuove disposizioni si prefigurano come un tentativo di bilanciare le diverse istanze in gioco, introducendo criteri più stringenti per l’autorizzazione e la gestione dei dehors.
Si prevede una maggiore attenzione alla qualità estetica, con l’imposizione di materiali e design che si integrino armoniosamente con il contesto urbano.
Sarà cruciale, inoltre, garantire l’accessibilità universale, eliminando barriere architettoniche e assicurando la libera circolazione di persone con mobilità ridotta.
La revisione normativa dovrà altresì affrontare questioni delicate come la definizione dei limiti massimi di occupazione del suolo pubblico, la regolamentazione degli orari di apertura dei dehors, la gestione dei rifiuti e la tutela della sicurezza.
L’introduzione di sistemi di monitoraggio e controllo, basati su dati oggettivi e indicatori di performance, potrebbe consentire una gestione più efficiente e trasparente dell’occupazione del suolo pubblico.
Parallelamente, si auspica un maggiore coinvolgimento dei Comuni nella definizione delle regole locali, riconoscendo la loro competenza nella gestione del territorio e nella tutela del bene comune.
Un approccio partecipativo, che coinvolga le associazioni di categoria, i cittadini e le parti interessate, potrebbe favorire la creazione di un consenso ampio e duraturo.
La transizione verso un nuovo modello di gestione dei dehors rappresenta una sfida complessa, che richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti.
Solo attraverso un dialogo costruttivo e una visione condivisa sarà possibile conciliare le esigenze del settore della ristorazione con il diritto alla vivibilità e alla qualità della vita nelle nostre città.