Omicidio in carcere a Salerno: detenuto tunisino ucciso dal compagno di cella marocchino

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La profonda ferita alla gola, inflitta con una lama da barba, ha portato alla morte di un detenuto tunisino di trent’anni all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. L’uomo era stato ricoverato d’urgenza dopo essere stato aggredito nel carcere della città, dove era rinchiuso per reati legati allo spaccio di droga e rapine.Il suo compagno di cella, un marocchino di 23 anni, è stato l’autore dell’aggressione scaturita da banali motivi che hanno scatenato una lite fatale. Non erano presenti altre persone nella cella al momento dell’omicidio, e le autorità stanno attualmente indagando sull’accaduto sotto la supervisione del procuratore Giuseppe Borrelli.Il tragico evento si è verificato nella sezione “detenuti comuni” del sovraffollato carcere salernitano, che ospita circa 600 detenuti nonostante i soli 400 posti disponibili. La vittima è stata trasportata in ospedale in condizioni critiche ed è purtroppo deceduta questa mattina.Il giovane marocchino responsabile dell’omicidio dovrà affrontare il processo per aver ucciso il compagno di cella disabile e con problemi motori. Dall’altra parte, la vittima originaria dell’Umbria avrebbe dovuto scontare la sua pena fino al 2026 insieme alla madre.Questo ennesimo episodio tragico si aggiunge ad altri omicidi avvenuti nelle carceri italiane nel corso dell’anno, mettendo in evidenza le gravi problematiche del sistema penitenziario nazionale. Sindacalisti e rappresentanti sindacali denunciano il sovraffollamento cronico delle carceri campane e la carenza di personale qualificato necessario per garantire la sicurezza degli istituti penitenziari.La situazione critica delle carceri in Campania riflette un problema più ampio a livello nazionale: con oltre 7.350 detenuti nelle strutture regionali, ben oltre il limite massimo consentito, si registra una grave mancanza di risorse umane e organizzative necessarie per gestire in modo adeguato le carceri. Le continue aggressioni nei confronti del personale penitenziario e dei detenuti mettono in luce l’inadeguatezza delle misure adottate dalle autorità competenti.Le richieste di intervento urgente da parte dei sindacati e delle associazioni sono sempre più pressanti, mentre emergono segnali preoccupanti riguardo alla gestione inefficace delle istituzioni carcerarie a livello regionale e nazionale.

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