sabato 13 Settembre 2025
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Euro-Dollaro: La Vera Minaccia per l’Economia Italiana

L’attenzione mediatica si concentra spesso sulle dinamiche protezionistiche, sui dazi e sulle loro ripercussioni immediate.
Tuttavia, un elemento di portata ben maggiore, spesso relegato in secondo piano e sottovalutato dagli osservatori meno esperti, rappresenta una sfida strutturale per l’economia italiana: la volatilità e l’evoluzione del tasso di cambio euro-dollaro.
Questa fluttuazione, più che i dazi, è la vera fonte di erosione della competitività del nostro paese.
Come sottolineato da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, durante il dibattito “L’economia e le imprese italiane tra dazi e incertezze” a Reggio Emilia, le proiezioni degli analisti finanziari indicano una potenziale escalation del tasso di cambio, con previsioni che lo vedrebbero raggiungere il 20% entro marzo del prossimo anno.

Un tale scenario comprometterebbe drasticamente la capacità delle imprese italiane di competere sui mercati internazionali, penalizzando le esportazioni e rendendo più costose le importazioni.

La questione non si limita alla mera oscillazione del tasso.
Essa si intreccia con una problematica più ampia: l’incapacità strutturale dell’Europa di attrarre capitali e di generare crescita interna.
Un deficit di investimenti e una scarsa capacità di stimolo interno alimentano la pressione sul tasso di cambio, rendendolo vulnerabile a fluttuazioni avverse.
La risposta a questa sfida, secondo Orsini, risiede nell’adozione di misure coraggiose e tempestive.
L’emissione di Eurobond, strumenti di debito comune a livello europeo, rappresenta una potenziale soluzione per rafforzare la capacità di finanziamento del sistema economico, stimolare gli investimenti e stabilizzare il tasso di cambio.

Tuttavia, l’implementazione di una strategia del genere richiede un coordinamento politico ed economico a livello europeo, spesso ostacolato da interessi divergenti e resistenze ideologiche.
È fondamentale comprendere che la competitività di un paese non dipende esclusivamente dalla politica commerciale, ma anche, e soprattutto, dalla sua capacità di generare valore aggiunto, di attrarre investimenti e di mantenere un tasso di cambio stabile e favorevole.

Concentrarsi unicamente sulla questione dei dazi significa ignorare le vere cause della perdita di competitività e rischia di compromettere il futuro dell’economia italiana.
La discussione deve quindi spaziare dalla politica commerciale a quella monetaria, dalla gestione del debito pubblico alla riforma strutturale del sistema economico europeo.
Solo un approccio globale e lungimirante potrà garantire la prosperità e la resilienza dell’Italia nel contesto economico globale.

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