20 luglio 2024 – 10:45
La morte di Andrian Revenco, il bambino moldavo di 9 anni investito dal treno dopo essere fuggito dalla Comunità Mafalda di Borgo Revel, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Il tragico evento avvenuto il 15 gennaio scorso ha portato alla luce una serie di interrogativi e polemiche sul sistema di assistenza ai minori in difficoltà.Le due assistenti sociali coinvolte sono state oggetto di indagini da parte della procura di Ivrea, che le ha formalmente indagate per il reato di abbandono di minori. Le autorità stanno analizzando attentamente i dispositivi elettronici in loro possesso al fine di ricostruire con precisione la sequenza degli eventi che hanno portato alla tragedia.Andrian, noto anche come Andrei, aveva vissuto momenti difficili prima di essere accolto nella Comunità Mafalda. Le presunte problematiche familiari e i presunti maltrattamenti subiti lo avevano portato lontano dalla sua madre, Inga, trasferitasi in Italia dalla Moldavia. La donna, impegnata nel mondo dei giostrai, sembrava aver lasciato il figlio a se stesso, vagando per le strade senza una guida o un sostegno adeguato.Non è la prima volta che Andrian si allontanava dalla comunità: già in passato era stato ritrovato dopo essersi allontanato e riportato al sicuro. Tuttavia, questa volta i soccorsi non sono riusciti ad arrivare in tempo per evitare la tragedia che ha sconvolto tutti coloro che lo conoscevano.La vicenda di Andrian solleva importanti questioni sulla tutela dei minori vulnerabili e sull’efficacia dei servizi sociali nel prevenire situazioni drammatiche come quella accaduta. È necessario riflettere su come migliorare il sistema di accoglienza e protezione dei minori in situazioni di disagio familiare, affinché tragedie simili possano essere evitate in futuro.
