sabato 13 Settembre 2025
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Fvg, lavoro in calo nel 2025: donne e autonomi penalizzati.

Il panorama occupazionale del Friuli Venezia Giulia nel primo semestre del 2025 rivela una dinamica complessa, caratterizzata da un lieve arretramento complessivo e da profonde disomogeneità settoriali e di genere.
Un’analisi approfondita dei dati Istat, rielaborati dal ricercatore Alessandro Russo dell’Ires Fvg, evidenzia una diminuzione media di 1.400 occupati rispetto al primo semestre del 2024, portando il totale a 525.100 unità.
Questo lieve declino, sebbene apparentemente modesto, nasconde una polarizzazione significativa: la componente femminile subisce una contrazione più marcata (-0,5%), mentre l’occupazione maschile si mantiene sostanzialmente stabile (-0,1%), suggerendo possibili divergenze nelle traiettorie professionali e nelle condizioni di mercato.

Un elemento cruciale per comprendere l’andamento occupazionale è l’evoluzione del mercato del lavoro autonomo.
Il lavoro indipendente, tradizionalmente un motore di crescita per la regione, ha subito un brusco ridimensionamento, con una perdita di 4.200 unità (-4%).
Questa contrazione, in contrapposizione all’incremento dell’occupazione dipendente (+2.900 unità; +0,7%), suggerisce un possibile spostamento verso forme di lavoro più protette e con maggiore stabilità contrattuale.

Il quadro settoriale si presenta contraddittorio.
L’industria, fulcro dell’economia regionale, ha registrato un significativo aumento (+12.200 occupati), mitigando in parte le perdite in altri settori.
Tuttavia, il crollo dell’occupazione nell’edilizia (-9.600 unità), direttamente correlato al ridimensionamento degli incentivi fiscali, testimonia la fragilità di un comparto cruciale per la ripresa economica.

Anche il settore primario e i servizi legati al turismo (commercio, alberghi e ristoranti) hanno subito una contrazione, riflettendo le persistenti difficoltà di un’economia ancora in fase di riallineamento post-pandemico.
Il tasso di occupazione regionale si attesta al 68,4%, confermando un divario di genere significativo: 74,1% per gli uomini e 62,6% per le donne.

La disparità evidenzia le barriere strutturali che ancora ostacolano la piena partecipazione femminile al mercato del lavoro, richiedendo interventi mirati per promuovere l’uguaglianza di genere e sostenere la conciliazione tra vita professionale e familiare.
Il numero di persone in cerca di occupazione si eleva a 25.800, in aumento di 2.600 unità rispetto all’anno precedente, con una crescita più accentuata tra gli uomini.
L’incremento degli uomini inattivi, seppur lieve (+2%), destare preoccupazione, segnalando una possibile perdita di competenze e un rischio di disinserimento dal mercato del lavoro.

L’utilizzo di strumenti di sostegno al reddito, come la cassa integrazione guadagni, ha subito un lieve aumento, con 8,1 milioni di ore autorizzate nel primo semestre del 2025.
Gli incrementi più significativi si registrano nelle province di Gorizia (interventi ordinari) e Pordenone (straordinaria), indicando concentrazioni specifiche di difficoltà in quei territori.
Infine, il numero di aperture di partite IVA in regione si attesta a 5.112, in lieve calo rispetto al periodo precedente, suggerendo un rallentamento dell’imprenditorialità locale e una maggiore cautela da parte di chi intende avviare un’attività in proprio.

Il quadro complessivo delineato richiede un’attenta riflessione sulle politiche attive del lavoro e sulle strategie di sviluppo regionale, al fine di promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, resiliente e capace di generare opportunità per tutti.

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