In una dimora di Sant’Antimo, si è svelato un complesso ingegnoso, un vero e proprio labirinto architettonico progettato per eludere il controllo e proteggere un’attività illecita: la coltivazione e la detenzione di sostanze stupefacenti.
La scoperta, operata dai carabinieri della stazione di Scampia, ha messo a nudo una rete di nascondigli interni, un intricato sistema di vani celati all’interno di una parete, disposti uno dentro l’altro in una sequenza quasi ossessiva, come le bambole di una matriosca.
L’indagine, scaturita da un controllo preventivo nell’abitazione di un uomo di trentasette anni, ha inizialmente portato al sequestro di dieci piantine di cannabis in vaso e di un imponente fusto, quasi tre metri d’altezza, coltivato in giardino.
Tuttavia, la perquisizione non si è fermata a questa primissima fase.
L’intuizione dei militari ha portato a un’ispezione più approfondita, rivelando un secondo, ancora più sofisticato, nascondiglio.
Dietro una facciata che simulava lo scheletro incompleto di una cucina in muratura, i carabinieri hanno fatto una scoperta di portata decisamente superiore.
Non si trattava semplicemente di un ulteriore spazio di coltivazione, ma di una vera e propria scorta di stupefacenti, occultata con precisione e inganno.
Il bilancio complessivo è risultato allarmante: oltre mezzo chilo di crack, una quantità significativa per la sua pericolosità e capacità di generare dipendenza; quattro chili di hashish, una sostanza derivata dalla resina della pianta di cannabis, anch’essa ampiamente diffusa nel mercato illegale; e ben 876 grammi di marijuana, la forma più comune della pianta di cannabis utilizzata per scopi ricreativi e terapeutici.
La quantità totale di droga sequestrata testimonia l’organizzazione e la portata dell’attività criminosa in atto.
La complessità dell’ingegnoso sistema di occultamento, con i suoi vani nascosti e la simulazione della cucina in costruzione, suggerisce una premeditazione accurata e un tentativo deliberato di sfuggire alle autorità.
La scoperta ha portato inevitabilmente all’arresto del trentasette, accusato di detenzione e coltivazione di sostanze stupefacenti, reato che prevede pene severe e un impatto devastante sulla comunità.
L’episodio sottolinea la necessità di un costante impegno nelle attività di prevenzione e repressione, per contrastare il traffico di droga e proteggere la sicurezza pubblica.