sabato 13 Settembre 2025
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Deriva del Discorso: Relativizzare la Violenza Mette a Rischio la Democrazia

L’insopportabile deriva di un certo discorso pubblico italiano richiede una presa di posizione netta e urgente.
Non si tratta più di semplici disaccordi politici, bensì di una pericolosa relativizzazione della violenza e di un’inaccettabile sminuizione della gravità di atti criminali.
Assistiamo a un’erosione dei principi democratici fondamentali, alimentata da una sinistra italiana che, troppo spesso, indulge in minimizzazioni e giustificazionismi che avvelenano il dibattito e minano la coesione sociale.

Le reazioni suscitate dall’efferato omicidio di Charlie Kirk hanno rivelato una profondità di disumanità che non può essere ignorata.

Commenti sconcertanti, come quello espresso da Piergiorgio Odifreddi, intellettuale di spicco della sinistra, rappresentano un’aberrazione morale che merita un’analisi approfondita.

L’affermazione che sparare a un leader del movimento “Maga” e assassinare Martin Luther King non siano paragonabili apre a interpretazioni inquietanti.

Ci si deve interrogare, con la massima chiarezza, su quale significato si intenda veicolare.
Si intende suggerire che esistano categorie di individui a cui sia lecito infliggere violenza in base alle loro convinzioni? O si intende attenuare la responsabilità di un atto criminale in ragione della presunta inaccettabilità delle idee della vittima? Si intende, addirittura, giustificare un impulso violento sulla base di un dissenso ideologico?L’implicazione che si possa prevedere una riduzione di pena per chi compie un omicidio politico, qualora la vittima rappresenti un’ideologia percepita come “impresentabile,” è un’idea aberrante che contrasta palesemente con i principi cardine di uno stato di diritto.

Un sistema giudiziario equo non può, e non deve, tenere conto delle opinioni politiche del soggetto colpito da un atto violento.

La giustizia deve essere cieca e imparziale, applicando la legge senza distinzioni di colore politico.
Questa pericolosa tendenza a relativizzare la violenza e a giustificare la repressione ideologica non solo offende la memoria delle vittime, ma mina le fondamenta stesse della nostra democrazia.

È imperativo, quindi, riaffermare con forza il valore inalienabile della libertà di pensiero e di espressione, garantendo al contempo la protezione di tutti i cittadini contro la violenza e l’intimidazione.

Il silenzio o l’acquiescenza di fronte a tali derive sono complici di un’inaccettabile degradazione del dibattito pubblico e di un pericoloso arricchimento di una cultura della violenza.

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