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Chiara Poggi: impronte cruciali, svolta nell’indagine

Nel corso dell’indagine riguardante la tragica scomparsa e il decesso di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, si è giunti a una fase cruciale che coinvolge l’analisi forense di tracce papillari rinvenute in diversi contesti rilevanti.
A seguito di un incidente probatorio ordinato dalla giudice per le indagini preliminari (GIP) di Pavia, Daniela Garlaschelli, e gestito dalla procura guidata da Fabio Napoleone, un team di esperti ha proceduto a documentare fotograficamente otto impronte parziali.
Queste tracce, distribuite su un sacchettino contenente cereali e su un sacco destinato ai rifiuti, costituiscono elementi potenzialmente determinanti nella ricostruzione degli eventi e nell’identificazione dei responsabili, sospettati di aver agito in concorso, tra cui figura Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

L’esperto nominato dal giudice, Domenico Marchegiani, ha curato la preparazione di una documentazione fotografica di elevata precisione, avvalendosi di strumentazioni all’avanguardia per minimizzare qualsiasi margine di errore nella riproduzione delle tracce.
La meticolosità nell’esecuzione di questa operazione è fondamentale, poiché l’ammissibilità di tali prove in sede giudiziaria dipende dalla loro integrità e dalla corretta documentazione.

Le immagini prodotte sono state acquisite nel fascicolo relativo all’accertamento irripetibile, una procedura che garantisce la conservazione dei reperti e la possibilità di ulteriori analisi.

Il materiale sarà trasmesso a un ausiliario tecnico, un esperto dell’ufficio di polizia scientifica di Torino, il quale si occuperà di una valutazione approfondita.
Il suo compito primario sarà stabilire se le impronte siano sufficientemente chiare e complete per poter essere utilizzate per una comparazione con il database delle impronte digitali a disposizione.

Questa comparazione coinvolgerà le impronte prelevate da Chiara Poggi durante l’autopsia, ma anche quelle relative a tutte le persone che hanno avuto accesso alla scena del crimine prima delle indagini.

La comparazione delle impronte digitali, se positiva, potrebbe fornire un collegamento diretto tra i sospettati e il luogo del decesso, rafforzando l’ipotesi accusatoria.
L’inchiesta, tuttavia, è ancora in una fase delicata e complessa.

La decisione sull’ammissibilità delle prove e sulla prosecuzione dell’incidente probatorio è stata rinviata al 26 settembre, data in cui la GIP convocherà le parti coinvolte.

Il nodo cruciale da sciogliere rimane l’analisi del materiale genetico (DNA) rinvenuto sotto le unghie della vittima.
Questo ritrovamento, se confrontato con i profili genetici dei sospettati, potrebbe fornire una prova irrefutabile di contatto fisico durante l’aggressione, confermando o smentendo le accuse formulate a carico degli indagati.
La completezza e l’accuratezza dell’analisi forense, in questo contesto, assumono un significato cruciale per la corretta amministrazione della giustizia e per la ricerca della verità materiale.

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