Crisi umanitaria in Haiti: violenza e disagio sociale in aumento

La situazione critica della sicurezza in Haiti ha portato al deterioramento dell’intera struttura sociale del Paese, con un alto tasso di violenza che ha costretto oltre 578.000 persone a abbandonare le proprie case sin dall’inizio di marzo. L’Ocha, l’Ufficio per gli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, ha lanciato un allarme sulle conseguenze devastanti di questa crisi: famiglie separate, perdita di posti di lavoro, chiusura delle scuole e collasso dei servizi sanitari.Il capo dell’Ocha ad Haiti, Abdoulaye Sawadogo, sottolinea la complessità nel rispondere ai bisogni umanitari in una situazione così estrema. La violenza che spinge le persone a fuggire impedisce anche la distribuzione efficace degli aiuti, rendendo difficile operare durante scontri armati.In questo scenario drammatico, le donne e i bambini sono particolarmente vulnerabili, esposti a violenze, abusi sessuali, sfruttamento e separazione familiare. Ci sono segnalazioni anche di bambini costretti a lavorare per bande criminali, evidenziando il livello allarmante di disgregazione sociale.Da marzo scorso Haiti è immersa in una crisi politica e umanitaria senza precedenti a causa della crescente violenza dei gruppi armati che hanno preso il controllo di parti del territorio per richiedere le dimissioni dell’ex primo ministro Ariel Henry. Dopo la sua uscita di scena è stato istituito un Consiglio di transizione per gestire il periodo fino alle elezioni fissate per il 7 febbraio 2026.