sabato 11 Ottobre 2025
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Aosta

Lega al bivio: promesse elettorali contro le onde della crisi.

Il disegno programmatico delineato dalla Lega, incentrato sulla presunta “rottamazione” del debito cartolare e la revisione delle imposte a vantaggio del ceto medio, si è inevitabilmente trovato a navigare in acque ben più torbide di quanto inizialmente previsto.

L’ottimismo iniziale, espresso con una certa sicurezza, si è scontrato con la complessa realtà di un contesto internazionale caratterizzato da eventi dirompenti e in gran parte impermeabili all’azione governativa nazionale.
Come evidenziato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le vicende legate al conflitto russo-ucraino hanno innescato una serie di ripercussioni, sia dirette che indirette, che minano la sostenibilità delle promesse elettorali.
L’inflazione galoppante, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e penalizzato le imprese, è una diretta conseguenza della crisi energetica, esacerbata dalla guerra.

La necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento, in particolare quelle energetiche, si traduce in costi significativamente più elevati, impattando inevitabilmente sui bilanci pubblici e privati.
L’ulteriore aggravio deriva dall’impegno finanziario assunto dall’Italia, insieme ad altri paesi, a sostegno dell’Ucraina.

Anche se la partecipazione militare diretta è stata esclusa, l’assistenza finanziaria rappresenta un onere che il paese deve sostenere, comprimendo le risorse disponibili per altre priorità.

Parallelamente a queste sfide esterne, il governo ha introdotto la flat tax fino a 85.000 euro, una misura che, pur volta a incentivare l’imprenditoria e a ridurre la pressione fiscale su determinate categorie di lavoratori autonomi, non riesce a compensare del tutto gli effetti negativi derivanti dalla crisi internazionale.
L’introduzione della flat tax, sebbene possa rappresentare un segnale positivo per alcuni, non annulla l’impatto dell’aumento generalizzato dei costi e la diminuzione del potere d’acquisto.
In sintesi, l’ambizioso programma di riforma fiscale si trova a confrontarsi con una congiuntura economica globale profondamente instabile, dove fattori esterni, al di là del controllo governativo, determinano l’evoluzione del quadro economico e finanziario.
La capacità di mantenere le promesse elettorali e di attuare le misure programmate sarà quindi strettamente dipendente dall’evoluzione del conflitto ucraino, dalla stabilizzazione dei prezzi dell’energia e dalla gestione delle risorse pubbliche in un contesto di crescente incertezza.

La sfida per il governo non è solo quella di mantenere gli impegni presi, ma anche di gestire le aspettative di una popolazione sempre più consapevole della complessità dei meccanismi economici globali.

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