Un’indagine capillare della Guardia di Finanza nella provincia di Perugia ha svelato un quadro preoccupante riguardo alla gestione delle strutture ricettive, evidenziando diffuse irregolarità che minano l’equità del mercato turistico e la sicurezza pubblica.
Ventiquattro delle ventinove strutture verificate, tra cui locazioni turistiche e affittacamere, si sono rivelate non conformi alle normative vigenti, un dato che riflette una problematica strutturale nell’applicazione delle regole del settore.
L’operazione, nata da un’azione coordinata a seguito delle reiterate segnalazioni di Federalberghi e Assoturismo, associazioni di categoria che da tempo denunciano un’espansione incontrollata di attività ricettive in ombra, ha interessato i comuni di Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Gubbio, Campello sul Clitunno e Umbertide, aree particolarmente strategiche per il turismo umbro.
La verifica non è stata casuale, ma il risultato di una fase preliminare di analisi e mappatura del rischio, volta a individuare le aree più vulnerabili e le tipologie di violazioni più diffuse.
L’83% delle attività ispezionate presenta criticità significative, con una pluralità di mancanze che vanno dalla semplice omissione di comunicazioni agli enti comunali all’assenza della dichiarazione di locazione e, soprattutto, alla mancata esposizione del Codice Identificativo Nazionale (CIN).
Questa ultima violazione, in particolare, solleva interrogativi sulla reale tracciabilità degli ospiti e sulla capacità delle autorità di garantire la sicurezza del territorio.
Le conseguenze economiche delle irregolarità riscontrate sono rilevanti: l’evasione fiscale stimata ammonta a oltre 880.000 euro, un danno per le casse dello Stato e un’ingiustizia nei confronti degli operatori onesti che versano regolarmente le imposte.
L’azione della Guardia di Finanza non si limita alla constatazione delle violazioni tributarie, ma si estende alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria di undici responsabili di strutture ricettive, accusati di aver omesso la comunicazione delle generalità degli ospiti, un obbligo cruciale per la prevenzione di attività illecite e la tutela della sicurezza pubblica.
Inoltre, l’indagine ha portato alla luce la presenza di tre datori di lavoro che impiegavano sei persone in nero, un fenomeno che aggrava la concorrenza sleale e sfrutta la vulnerabilità dei lavoratori.
Questa iniziativa rappresenta solo la prima fase di un piano di controlli più ampio e continuativo, volto a monitorare l’andamento delle attività economiche nella provincia di Perugia.
L’area, fortemente vocata al turismo e meta di flussi considerevoli di visitatori, necessita di un controllo rigoroso per garantire la sostenibilità del settore, la tutela degli operatori onesti e la sicurezza dei cittadini e dei turisti, soprattutto in un contesto segnato da eventi culturali e religiosi che attraggono un pubblico vasto e diversificato.
L’azione della Guardia di Finanza si prefigge di ripristinare un equilibrio nel mercato, contrastando l’abusivismo e promuovendo un turismo responsabile e trasparente.