martedì 16 Settembre 2025
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Digiuno digitale a scuola: tra innovazione e concentrazione.

L’ironia permea il dibattito contemporaneo: esaltiamo l’avanzata inesorabile dell’innovazione tecnologica, celebrando ogni nuovo dispositivo come un baluardo di progresso, per poi imporre, con toni quasi paternalistici, una brusca disconnessione.

Questo cortocircuito cognitivo è al centro della recente ordinanza introdotta nel liceo classico Rinaldini di Ancona, vissuta da studenti come Giulia (nome di fantasia), al terzo anno, con un misto di perplessità e disagio.
La misura, nata da una riflessione più ampia sulla relazione tra apprendimento, attenzione e dipendenza digitale, impone, almeno per ora, un “digiuno” tecnologico durante le ore scolastiche.

I telefoni cellulari, strumenti imprescindibili nella vita quotidiana degli adolescenti, devono rimanere silenziose sentinelle negli zaini, in attesa di un futuro, non troppo lontano, in cui verranno confinati in armadietti dedicati.
La questione solleva interrogativi complessi.

Non si tratta semplicemente di un divieto arbitrario, ma di una risposta, seppur parziale, a una sfida pedagogica urgente: come preservare la capacità di concentrazione e di pensiero critico in un’era dominata da notifiche, stimoli costanti e sovraccarico informativo? L’iperconnessione, infatti, può erodere la capacità di apprendimento profondo, di introspezione e di interazione sociale autentica.
La mente, costantemente distratta, fatica a costruire connessioni significative e a elaborare concetti complessi.

L’ordinanza, quindi, può essere interpretata come un tentativo di recuperare uno spazio per la riflessione, per il dialogo faccia a faccia, per l’immersione nel libro e nella lezione.

Un invito a riscoprire il valore del silenzio, dell’ascolto attivo e della presenza consapevole.

Tuttavia, la misura non è esente da criticità.
La completa esclusione della tecnologia, in un contesto educativo moderno, rischia di creare un divario tra la scuola e la realtà esterna, generando frustrazione e risentimento negli studenti.
Inoltre, la tecnologia può rappresentare uno strumento prezioso per l’apprendimento, offrendo accesso a risorse, collaborazioni e opportunità innovative.

La sfida, quindi, non consiste nell’imporre una rigida dicotomia tra “connesso” e “disconnesso”, ma nel promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, integrando gli strumenti digitali nel processo educativo in modo efficace e mirato.
L’obiettivo non deve essere quello di demonizzare la tecnologia, ma di educare gli studenti a utilizzarla come un alleato, e non come un ostacolo, al loro percorso di crescita personale e intellettuale.

La vera innovazione risiede, forse, nella capacità di trovare un equilibrio sostenibile tra il progresso tecnologico e il benessere umano.

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