martedì 7 Ottobre 2025
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Pallacanestro: un grido contro il razzismo, un’urgenza di inclusione.

“L’eco di commenti sgradevoli, percepiti forse come un’attenuazione, una reticenza, ha sollevato interrogativi che comprendo appieno.
Avrei potuto, e forse avrei dovuto, esprimermi con parole più incisive, più taglienti.

Ma è proprio in queste manifestazioni, per quanto infelici e inaccettabili, che si rivela la cruciale necessità di un’inclusione autentica, di una convivenza basata sul rispetto reciproco e sulla celebrazione della diversità.

Questi episodi, che si sono purtroppo verificati durante i recenti campionati europei di pallacanestro, non costituiscono una minaccia, bensì un campanello d’allarme, un segnale di quanto sia ancora urgente il nostro impegno per un cambiamento culturale profondo.

Non si tratta di ignorare o minimizzare il dolore e la frustrazione che tali commenti generano, ma di decodificarne il significato più ampio: la paura dell’altro, la difficoltà ad accettare ciò che è diverso, l’ancora troppo radicata tendenza a giudicare in base a pregiudizi e stereotipi.
Il successo eccezionale delle nostre squadre nazionali, sia quella femminile che quella Under 20, non è solo una conquista sportiva.
Rappresenta un simbolo di resilienza, di impegno, di talento che trascende ogni barriera, ogni etnia, ogni provenienza.
Sono esempi concreti di come la passione per lo sport possa unire le persone, abbattere le divisioni e promuovere l’integrazione.

Accogliere e celebrare questi trionfi significa anche proteggere le atlete e gli atleti da ogni forma di discriminazione e violenza verbale.

Significa educare le nuove generazioni al rispetto, all’empatia, alla tolleranza.
Significa costruire una società in cui ogni individuo possa sentirsi libero di esprimere il proprio potenziale, senza timore di essere giudicato o attaccato per il colore della propria pelle, la propria religione, la propria origine.

Il razzismo e la xenofobia sono piaghe sociali che richiedono un’azione costante e determinata.

Non possiamo permettere che l’odio e la violenza contaminino lo spirito dello sport, che ne sviliscino i valori di lealtà, coraggio e amicizia.

Dobbiamo lavorare insieme, istituzioni, società civile, media, per contrastare ogni forma di discriminazione e promuovere una cultura dell’inclusione e della convivenza pacifica.

La vittoria sportiva è effimera, la costruzione di un futuro più giusto e inclusivo è un impegno che ci riguarda tutti e che richiede la nostra piena partecipazione.

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