martedì 16 Settembre 2025
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Export in ripresa: l’Italia guarda fuori dall’Europa.

Nel corso del mese di luglio, i dati preliminari dell’ISTAT rivelano una dinamica commerciale italiana caratterizzata da una ripresa dell’export più vigorosa rispetto alle importazioni.
Questa divergenza, che suggerisce un rafforzamento della competitività del paese, si manifesta in una crescita congiunturale dell’export stimata in +1,2%, contrastata da un aumento più contenuto delle importazioni, attestato a +0,7%.
L’impulso propulsivo all’export proviene principalmente dai mercati extra-UE, dove le vendite hanno registrato un incremento significativo (+2,4%), mentre l’export verso l’Unione Europea si è mantenuto sostanzialmente stabile, segnalando una ri-distribuzione delle rotte commerciali e una maggiore capacità di penetrazione in aree geografiche in precedenza meno sfruttate.

Questo dato può essere interpretato come un segnale positivo per la diversificazione dei mercati di sbocco, che riduce la dipendenza da specifici partner commerciali e aumenta la resilienza dell’economia italiana.

Analizzando i dati su base annua, l’export mostra una crescita del 7,3% in termini nominali (valore monetario) e del 6,9% in termini reali (volume fisico), indicando non solo un aumento dei prezzi, ma anche un effettivo incremento delle quantità esportate.
La crescita più marcata in termini di valore rispetto al volume suggerisce un contributo dell’inflazione globale, ma anche, potenzialmente, un miglioramento del posizionamento dei prodotti “Made in Italy” sui mercati internazionali.

La performance differenziata tra aree geografiche è un elemento chiave per comprendere l’andamento del commercio estero italiano.

L’incremento su base annua dell’export verso i mercati extra-UE risulta notevolmente più robusto (+9,9%) rispetto all’area UE (+4,8%), riflettendo un’opportunità di crescita in economie emergenti e consolidate al di fuori dell’Europa.
Questa crescita più sostenuta può essere attribuita a fattori quali la maggiore domanda, la possibilità di offrire prodotti a prezzi più competitivi o l’effetto di accordi commerciali specifici.

Parallelamente, le importazioni hanno registrato un aumento tendenziale del 6,1% in termini di valore, con una crescita particolarmente accentuata proveniente dall’area extra-UE (+13,1%) rispetto all’UE (+0,8%).
L’incremento delle importazioni dall’extra-UE, sebbene indicativo di una ripresa della domanda globale, solleva anche interrogativi sulla potenziale concorrenza che i prodotti italiani devono affrontare sui mercati interni e sulla necessità di politiche volte a sostenere la competitività delle imprese nazionali.
Il dato sul volume delle importazioni, in crescita di solo l’1,1%, suggerisce che parte dell’aumento del valore sia dovuto all’aumento dei costi di trasporto e delle materie prime.
In sintesi, il quadro commerciale italiano di luglio 2023 si configura come un segnale di ripresa, trainato dall’export verso mercati non europei, ma con alcune sfide legate all’aumento delle importazioni e alla necessità di mantenere e rafforzare la competitività delle imprese italiane in un contesto globale in continua evoluzione.
Un’analisi più approfondita nei prossimi mesi sarà cruciale per valutare la sostenibilità di questa tendenza e per definire politiche economiche mirate a massimizzare i benefici derivanti dalla ripresa del commercio estero.

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