Nel corso delle indagini relative all’efferato omicidio avvenuto a Novara la notte del 28 agosto, le forze dell’ordine hanno portato alla luce un ulteriore tassello nella ricostruzione della dinamica.
Oltre all’indagato principale, già in custodia cautelare, è stata identificata una seconda persona, residente nel Torinese, che risulta essere stata presente sul luogo dell’omicidio.
L’uomo, ventisettenne, sembra aver fatto da “assistente” o “scorta” al presunto assassino, accompagnandolo verso l’appuntamento fatale che ha avuto per tragiche conseguenze sulla giovane vittima marocchina, di ventuno anni.
La sua presenza emerge da un’analisi minuziosa delle riprese registrate dai sistemi di videosorveglianza cittadini, che hanno permesso di ricostruire gli spostamenti dei due uomini nelle ore immediatamente precedenti e successive al decesso.
Le indagini, condotte con rigore metodologico, si concentrano ora sulla precisa natura del suo coinvolgimento: si tratta di un complice consapevole, parte attiva in un piano criminale, oppure un individuo ignaro delle intenzioni dell’assassino, manipolato o costretto a fornire supporto logistico? Questa distinzione, cruciale ai fini della determinazione di eventuali responsabilità penali, richiede un’attenta verifica delle dichiarazioni dell’uomo e un approfondimento dei suoi rapporti con l’indagato principale.
La scoperta di questa nuova figura non solo amplifica la complessità del quadro investigativo, ma suggerisce anche la possibilità di un’organizzazione più ampia dietro l’omicidio.
Gli inquirenti stanno esaminando se il ventisettenne possa avere contatti con altre persone e se l’incontro tra l’assassino e la vittima fosse il culmine di un conflitto preesistente, forse legato ad attività illegali o dispute personali.
L’identificazione e l’interrogatorio del secondo individuo rappresentano un passaggio fondamentale per svelare i retroscena dell’omicidio, ricostruire il movente e individuare eventuali mandanti o complici, contribuendo così a fare luce su una vicenda che ha scosso profondamente la comunità novarese e solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza urbana.
La collaborazione con le forze dell’ordine del Torinese sarà cruciale per ottenere informazioni rilevanti e ricostruire la rete di relazioni che potrebbero essere coinvolte in questo tragico evento.