L’azione congiunta di forze dell’ordine ha preso avvio questa mattina a Ventimiglia, focalizzandosi sulla bonifica e lo sgombero dei complessi di cunicoli incastonati nell’imponente arcata del ponte ferroviario, luoghi che, abitualmente, fungono da rifugio per persone in transito.
Questa iniziativa si inserisce nel più ampio piano di riqualificazione del greto del fiume Roya, avviato il 10 settembre, frutto di una collaborazione tra la Prefettura e la Questura di Imperia, volto a rispondere a una problematica complessa e stratificata.
Un’unità composta da poliziotti, carabinieri e personale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha proceduto all’identificazione e alla messa in sicurezza di diverse aree di accampamento irregolari, caratterizzate da condizioni igienico-sanitarie gravemente compromesse e abitate prevalentemente da persone straniere.
L’intervento si è concretizzato nel ripristino delle condizioni minime di sicurezza, un’operazione imprescindibile considerando la funzione cruciale delle cavità architettoniche in questione: concepite originariamente per garantire il deflusso delle acque in caso di piena, queste devono rimanere costantemente sgombre per tutelare la pubblica incolumità e prevenire rischi idrogeologici.
L’azione di sgombero non si limita alla rimozione delle strutture abusive, ma si estende a un’opera di manutenzione attiva del territorio.
Parallelamente, il Comune di Ventimiglia sta conducendo un’intensiva campagna di sfalcio dell’alveo fluviale, un intervento volto a scoraggiare la riappropriazione dello spazio da parte di nuovi insediamenti e a ridurre il rischio di accumulo di detriti che potrebbero compromettere il regolare deflusso delle acque.
Questa complessa operazione riflette un approccio multifattoriale nella gestione del fenomeno migratorio e delle sue conseguenze sul territorio.
Le azioni immediate di riqualificazione spaziale sono accompagnate dalla necessità di affrontare le cause profonde che spingono le persone a intraprendere viaggi spesso pericolosi e a cercare rifugio in condizioni precarie.
La questione solleva interrogativi sulla gestione dei flussi migratori, sulla necessità di politiche di accoglienza e integrazione efficaci, e sulla responsabilità condivisa a livello internazionale per la protezione dei diritti umani e la garanzia di una vita dignitosa per tutti.
La bonifica del greto del Roya rappresenta un tassello in un quadro più ampio che richiede un impegno costante e coordinato a diversi livelli, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile e una convivenza pacifica nel rispetto della legalità e della tutela del territorio.