sabato 20 Settembre 2025
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Altoforno 4 a Taranto: Sospensione, Sicurezza e Richieste Sindacali

La sospensione dell’attività dell’altoforno 4 nell’ambito del complesso siderurgico di Taranto, l’unica unità produttiva attualmente in funzione in un contesto industriale segnato da profondi mutamenti, desta serie preoccupazioni e solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza e la trasparenza dei processi decisionali.
La situazione si presenta ancor più delicata considerando lo stato di sequestro dell’altoforno 1 e le aspettative legate alla riattivazione dell’altoforno 2, elementi che delineano un quadro di una realtà industriale in transizione, fragile e bisognosa di interventi mirati.

Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, con una missiva formale indirizzata ai vertici aziendali, alla Direzione di stabilimento, all’Ufficio relazioni industriali, al Capo area altoforni e al RSPP, hanno espresso forte disappunto per la mancata comunicazione preventiva ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in merito alla decisione di fermare l’altoforno 4.
Questa omissione, a loro avviso, compromette i diritti dei lavoratori e ostacola la capacità di monitorare e mitigare potenziali rischi.

La notizia della sospensione, appresa in via non ufficiale, rivela che la fermata non è riconducibile a una pianificazione ordinaria, ma è conseguente a problematiche di natura impiantistica.
Questa distinzione è fondamentale: una fermata programmata consente una preparazione e un’organizzazione del lavoro che riducono al minimo i disagi e i rischi, mentre un guasto improvviso richiede interventi urgenti e, potenzialmente, più pericolosi.

Le richieste sindacali si concentrano sull’ottenimento di informazioni dettagliate e tempestive relative alle cause tecniche alla base dell’arresto.

Non si tratta solo di comprendere la natura del guasto, ma anche di valutare le misure correttive messe in atto dall’azienda per prevenire il ripetersi dell’evento e, soprattutto, per garantire la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori.

La trasparenza in questo contesto non è un optional, ma un dovere inderogabile.

Secondo le prime indicazioni pervenute alle organizzazioni sindacali, l’origine del problema sembra essere riconducibile alla rottura del nastro trasportatore cv16, un elemento cruciale nel processo di caricamento dell’altoforno.

La prevista ripartenza dell’impianto nel corso del secondo turno di lavoro introduce un ulteriore elemento di pressione e di incertezza, sottolineando l’urgenza di una comunicazione chiara e completa.

La vicenda solleva questioni più ampie sulla gestione della complessa realtà industriale di Taranto, che necessita di un approccio olistico che tenga conto non solo degli aspetti economici, ma anche della responsabilità sociale e della tutela dei lavoratori.

L’evento, seppur apparentemente circoscritto a un singolo altoforno, rappresenta un campanello d’allarme che invita a una riflessione più approfondita sulle condizioni operative, sulla manutenzione degli impianti e, soprattutto, sulla necessità di un dialogo costruttivo e trasparente tra azienda e rappresentanti dei lavoratori.

La ricostruzione di un clima di fiducia e di collaborazione è fondamentale per affrontare le sfide future e garantire un futuro sostenibile per l’area e per le comunità che vi dipendono.

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