martedì 23 Settembre 2025
17 C
Trento

Soccorsi in Brenta: recuperati due alpinisti polacchi

Nel cuore delle Dolomiti di Brenta, una complessa operazione di soccorso alpino ha portato al recupero di due alpinisti polacchi, un uomo nato nel 1980 e una donna del 1983, durante le prime ore dell’alba di oggi, mercoledì 17 settembre.

L’evento, innescato da un imprevisto tecnico durante la discesa dal Campanile Basso, ha messo a dura prova l’efficienza e la competenza dei soccorritori, evidenziando le sfide intrinseche che l’alpinismo presenta anche per esperti interpreti della montagna.

La vicenda si è sviluppata lunedì 15 settembre, quando i due alpinisti, impegnati nella discesa con corda doppia lungo la parete nord-est del Campanile Basso, si sono trovati di fronte a un ostacolo inaspettato.

All’altezza del delicato passaggio del camino Scotoni, un tratto verticale e stretto, le corde doppie, fondamentali per la progressione in discesa, si sono bloccate in modo inequivocabile.
Questa situazione, a causa della conformazione rocciosa e della potenziale presenza di vegetazione o detriti, ha reso impossibile la prosecuzione della discesa in sicurezza.
La comunicazione di soccorso, arrivata alla Centrale Unica di Trentino Emergenza poco prima della mezzanotte, ha immediatamente attivato i protocolli di emergenza.
La scelta di inviare l’elicottero del turno notturno, sebbene rapida, si è rivelata impraticabile a causa delle condizioni di visibilità notturna, spesso compromesse dalla conformazione irregolare del terreno e dalla densa nebbia che frequentemente avvolge le vette dolomitiche.

Il contatto telefonico stabilito con gli alpinisti ha permesso di accertare il loro stato di salute: illesi, sebbene in una posizione di attesa incerta.

Non erano sospesi alle corde, bensì agganciati a una sosta, in una relativa sicurezza, e le temperature notturne, puramente fresche, non rappresentavano una minaccia immediata.
Questa valutazione ha portato alla decisione strategica di rimandare l’operazione di soccorso all’alba successiva, quando la luce avrebbe garantito un intervento più sicuro ed efficiente.

L’alba del giorno successivo ha visto l’elicottero di soccorso, affiancato da due tecnici di elisoccorso a bordo e tre operatori della Stazione Madonna di Campiglio in attesa a terra, levarsi in volo.

L’operazione di recupero, complessa e meticolosamente pianificata, ha visto i soccorritori calarsi in quota per raggiungere gli alpinisti in difficoltà.
Una volta raggiunto il punto di aggancio, i due alpinisti sono stati calati in sicurezza tramite verricello, trasferendoli in una posizione idonea per il successivo recupero.

Un ulteriore tecnico di elisoccorso si è calato autonomamente per recuperare gli zaini degli alpinisti, completando l’operazione.

Infine, i due alpinisti sono stati sbarcati, illesi, nella piazzola del rifugio Brente, concludendo un’esperienza che ha sottolineato l’importanza della preparazione, della comunicazione efficace e della competenza dei soccorritori alpini in un ambiente tanto maestoso quanto imprevedibile.
L’evento serve da monito costante sulla necessità di una valutazione accurata dei rischi e di una gestione prudente delle proprie capacità nell’affrontare le sfide dell’alpinismo.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -