La Liguria si consolida come avanguardia nazionale nella transizione energetica, raggiungendo nel 2024 una quota del 41% di consumi coperti da fonti rinnovabili, un dato certificato dall’Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili (Aceper).
Questo primato non è frutto del caso, ma il risultato di una strategia mirata che ha trasformato la regione in un vero e proprio polo di innovazione nel settore energetico.
Lungi dall’essere una semplice conquista, questo successo riflette un approccio olistico che integra la tutela ambientale con lo sviluppo economico e la coesione sociale.
La Liguria si è distinta per la sperimentazione di tecnologie all’avanguardia, spaziando dall’utilizzo dell’energia marina – un settore in cui la regione vanta un potenziale significativo grazie alla sua posizione geografica – alla diffusione capillare di reti intelligenti, capaci di ottimizzare la produzione e la distribuzione di energia.
La prevalenza di impianti di piccole e medie dimensioni favorisce un approccio decentralizzato, resiliente e più facilmente adattabile alle peculiarità territoriali.
L’assessore all’Energia di Regione Liguria, Paolo Ripamonti, sottolinea come questa leadership sia tangibile prova della capacità di innovazione regionale, capace di superare le sfide imposte dalla complessa conformazione geografica.
Il risultato del 41% non è solo un dato statistico, ma un riconoscimento al lavoro sinergico tra istituzioni, imprese e una cittadinanza attivamente coinvolta nel processo di cambiamento.
Guardando al futuro, l’obiettivo ambizioso è superare la soglia del 50% nei prossimi anni, allineandosi con le direttive del Green Deal europeo e proiettando la Liguria come modello di sviluppo sostenibile.
L’interesse suscitato da altre regioni italiane ed europee testimonia il valore delle “best practice” sviluppate sul territorio ligure, generando un effetto moltiplicatore di buone pratiche a livello continentale.
Veronica Pitea, presidente di Aceper, evidenzia come la Liguria dimostri che è possibile conciliare crescita industriale, protezione ambientale e progresso tecnologico.
Un approccio che va oltre la semplice riduzione delle emissioni, promuovendo un modello di sviluppo che consideri l’energia non solo come risorsa, ma come fattore di inclusione sociale e di miglioramento della qualità della vita.
L’impegno di Aceper, con la donazione alla Caritas di Genova, sottolinea la dimensione solidale intrinseca alla transizione energetica.
Un gesto concreto che ricorda come il successo energetico sia incompleto se non si presta attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La vera transizione, infatti, deve essere equa, condivisa e volta a garantire che nessuno venga lasciato indietro.
Si tratta di un imperativo etico, oltre che una condizione imprescindibile per la sostenibilità a lungo termine.
L’energia rinnovabile non è solo una questione tecnologica, ma un progetto collettivo che mira a costruire un futuro più giusto e prospero per tutti.