Napoli si raccoglie in un tributo a Goffredo Fofi, figura intellettuale e artistica emersa da Gubbio (1937-2025) e profondamente legata alla città partenopea.
Un omaggio non solo dovuto, ma imprescindibile, per una comunità che ha fatto di lui un punto di riferimento culturale, un faro per generazioni di creativi, scrittori, artisti e pensatori, come testimonia Titti Marrone, sua acuta interprete e amica.
L’iniziativa, promossa dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, sotto la direzione artistica di Roberto Andò, e dalla stessa Marrone, si configura come un’occasione per ripercorrere la complessa e multiforme parabola di un intellettuale che ha attraversato il panorama culturale italiano con acume, ironia e profondo senso critico.
La serata, condotta dal giornalista e saggista Marino Sinibaldi, si propone di essere un mosaico di voci, ricordi, testimonianze e immagini, che ne illustrino la straordinaria versatilità e l’impatto duraturo.
Fofi non fu solo un narratore di storie, ma un analista acuto della società, un osservatore perspicace delle contraddizioni del nostro tempo.
La sua opera, che spazia dal cinema alla letteratura, dal teatro all’impegno civile, dalla produzione editoriale alla saggistica, si è nutrita di una profonda sensibilità e di un’incessante ricerca della verità.
La sua capacità di cogliere le sfumature, di smascherare le ipocrisie, di interrogare il reale con sguardo lucido e impietoso, lo ha reso un intellettuale scomodo, ma imprescindibile.
Un momento particolarmente significativo della serata sarà la proiezione di un estratto dal film in lavorazione “Goffredo felicissimo?”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il film, diretto da Franco Maresco e scritto con Claudia Uzzo, con la partecipazione di Letizia Battaglia, offre uno sguardo intimo e suggestivo sulla personalità di Fofi, indagandone le passioni, le ossessioni, le debolezze.
L’opera, ancora in fase di completamento, promette di essere un documento prezioso per comprendere a fondo la figura di un uomo che ha saputo coniugare l’ironia con la serietà, la leggerezza con la profondità.
Roberto Andò, sottolinea come Fofi rappresenti un punto di riferimento cruciale per il teatro contemporaneo, un maestro nell’arte di smascherare le convenzioni, di interrogare il reale, di stimolare la riflessione critica.
La sua eredità intellettuale si rivela non solo come un monito a non cedere all’omologazione, ma anche come un invito a coltivare l’immaginazione, a mantenere un legame profondo con la società, a non rinunciare mai alla speranza di un mondo più giusto e umano.
Il tributo a Napoli si configura dunque non solo come un omaggio a un uomo straordinario, ma anche come una celebrazione dei valori che lo hanno guidato: la libertà di pensiero, l’impegno civile, la ricerca della bellezza, l’amore per la cultura.