mercoledì 17 Settembre 2025
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Umbria e Marche nella Zes: Tajani esclude manovre politiche.

L’inserimento dell’Umbria, regione a guida centrosinistra, nel disegno di legge relativo alla Zona Economica Speciale (Zes) Grandi Progetti rappresenta un’occasione strategica per lo sviluppo del territorio, un’opportunità che trascende le logiche partitiche e che dovrebbe essere accolta con favore.
Questa affermazione, pronunciata dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un evento elettorale nelle Marche, interviene in un contesto di polemiche sollevate durante la campagna elettorale regionale.

La Zes, concepita come un motore di crescita, mira a incentivare investimenti, creare posti di lavoro e favorire l’innovazione in aree geografiche caratterizzate da particolari criticità socio-economiche.
L’estensione della Zes a regioni come le Marche e l’Umbria non può essere interpretata come una manovra elettorale, bensì come il coronamento di un percorso tecnico-burocratico complesso, protrattosi per mesi e culminato in una negoziazione imprescindibile con le istituzioni europee.

L’obiezione, formulata implicitamente, secondo cui l’iniziativa favorirebbe gli interessi specifici della regione marchigiana, appare pretestuosa.

La Zes, per sua natura, è un progetto di ampio respiro, volto a stimolare la competitività dell’intero territorio nazionale, beneficiando in egual misura tutte le regioni coinvolte, indipendentemente dall’orientamento politico dell’amministrazione locale.

Il percorso di inclusione delle Marche e dell’Umbria nella Zes è stato caratterizzato da un’attenta valutazione dei requisiti di ammissibilità, dall’analisi delle potenzialità di sviluppo e dalla definizione di misure specifiche volte a massimizzare l’impatto positivo sul tessuto economico locale.
La necessità di un accordo con l’Unione Europea testimonia la complessità dell’operazione, che ha richiesto un approccio pragmatico e una visione condivisa.

L’adesione alla Zes non si configura come un atto unilaterale, ma come un impegno reciproco tra lo Stato italiano e le regioni interessate.

I benefici attesi non si limitano all’incremento degli investimenti, ma si estendono alla promozione dell’imprenditorialità, alla valorizzazione delle risorse locali e alla creazione di un ambiente favorevole all’innovazione e alla ricerca.
In definitiva, si tratta di un’opportunità da cogliere per costruire un futuro più prospero e competitivo per l’intero territorio nazionale.

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