mercoledì 17 Settembre 2025
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Dengue in Friuli: allerta e misure per contenere il focolaio.

La recente conferma di due casi di Dengue nella regione Friuli Venezia Giulia solleva preoccupazioni e richiede un’immediata risposta sanitaria e di prevenzione.
I focolai, localizzati rispettivamente a Trieste e a Ronchi dei Legionari (Gorizia), coinvolgono individui rientrati da viaggi internazionali, suggerendo un’introduzione del virus direttamente da aree endemiche.

Questa situazione evidenzia la crescente interconnessione globale e la facilità con cui malattie tropicali possono diffondersi attraverso i flussi migratori e il turismo.

La Dengue, una malattia virale complessa, è causata da quattro serotipi distinti – Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4 – ciascuno dei quali può indurre una risposta immunitaria diversa.
L’infezione è trasmessa esclusivamente attraverso la puntura di zanzare del genere *Aedes*, principalmente *Aedes aegypti* e, in misura minore, *Aedes albopictus*, vettori altamente adattabili in climi temperati e subtropicali.
Queste zanzare agiscono come intermediari, acquisendo il virus pungendo individui infetti e successivamente trasmettendolo ad altri.
È fondamentale sottolineare che la trasmissione avviene solo tramite vettori biologici, escludendo la possibilità di contagio diretto tra persone.
La risposta immediata dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) si concentra sulla mitigazione del rischio di ulteriore diffusione attraverso un’intensificazione delle attività di disinfestazione.

Le operazioni, programmate in dettaglio per minimizzare l’impatto sulla popolazione, prevedono trattamenti larvicidi per eliminare le forme larvali delle zanzare, riducendo così il numero di vettori potenziali, e trattamenti adulticidi per abbattere la popolazione di zanzare adulte.
L’approccio mirato, con interventi specifici nelle aree circostanti i casi accertati, testimonia un impegno a contenere il focolaio e proteggere la salute pubblica.

Al di là delle misure immediate, l’evento pone l’accento sull’importanza di una sorveglianza epidemiologica continua e di un’educazione sanitaria mirata.
La presenza di *Aedes albopictus* in Italia, introdotta con l’importazione di pneumatici usati, crea un ambiente favorevole alla trasmissione della Dengue e di altre malattie virali trasmesse da vettori.
La gestione integrata dei vettori, che combina interventi chimici con pratiche di controllo ambientale come l’eliminazione di siti di riproduzione (acqua stagnante in contenitori, pneumatici, ecc.
), si rivela cruciale per ridurre il rischio di epidemie.
Inoltre, l’introduzione recente di vaccini contro la Dengue rappresenta un’arma preziosa nella prevenzione, in particolare per i viaggiatori diretti in zone endemiche.

Tuttavia, è importante considerare che il vaccino non offre una protezione completa e richiede un’attenta valutazione del rischio individuale e delle caratteristiche epidemiologiche delle aree di destinazione.
La consapevolezza dei rischi, l’adozione di misure preventive (repellenti, abbigliamento protettivo) e la collaborazione attiva della popolazione sono elementi imprescindibili per affrontare efficacemente la minaccia rappresentata dalla Dengue e da altre malattie trasmesse da vettori in un contesto globale in continua evoluzione.

La sfida non è solo contenere i focolai esistenti, ma anche rafforzare la resilienza del sistema sanitario e la capacità di adattamento di fronte a nuove sfide sanitarie.

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