La partecipazione civica e l’interesse per la politica delineano un mosaico regionale italiano caratterizzato da significative disomogeneità.
L’analisi dell’Istat rivela come la Liguria occupi una posizione di spicco in questo panorama, attestandosi come la seconda regione più attenta alla cosa pubblica, superando regioni tradizionalmente considerate più politicamente sensibili come il Trentino-Alto Adige e l’Emilia Romagna, pur rimanendo dietro al Friuli Venezia Giulia.
Questa partecipazione, tuttavia, non è una realtà monolitica, ma si articola in livelli diversi e riflette dinamiche complesse legate al genere, alla posizione geografica e alle caratteristiche socio-economiche delle diverse comunità.
Il dato complessivo, che vede il 54,1% dei liguri sopra i 14 anni informarsi regolarmente di politica, coesiste con una significativa quota di disinteresse, pari al 24,6%, evidenziando una polarizzazione nell’atteggiamento dei cittadini verso l’arena politica.
Si tratta di una fotografia che, sebbene peculiare per la Liguria, si inserisce in un quadro nazionale in cui il Friuli Venezia Giulia si distingue per la più alta percentuale di cittadini attivi, mentre regioni come Sicilia, Calabria e Campania si posizionano ai livelli più bassi, suggerendo profonde differenze nella percezione del ruolo della politica nella vita quotidiana e nella fiducia nelle istituzioni.
Un’analisi più approfondita rivela come l’interesse per la politica non sia distribuito uniformemente all’interno di ogni regione.
In Liguria, ad esempio, si osserva una marcata differenza di genere: gli uomini mostrano un’attenzione significativamente maggiore rispetto alle donne (60,1% contro 48,6%).
Questo divario, che si riproduce in altre regioni del Paese, solleva interrogativi importanti sulle barriere che impediscono una piena partecipazione femminile alla vita politica e sulla necessità di promuovere una maggiore inclusione e rappresentanza.
Il divario generazionale, l’età, il livello di istruzione e l’occupazione giocano un ruolo cruciale nel determinare l’interesse per la politica.
I giovani, spesso più esposti a nuove forme di informazione e a piattaforme digitali, potrebbero avere prospettive diverse rispetto alle generazioni più anziane.
Inoltre, le condizioni socio-economiche, la stabilità del lavoro e la percezione di opportunità possono influenzare la motivazione a informarsi e a partecipare attivamente.
Le dinamiche territoriali, inoltre, contribuiscono a modellare i livelli di partecipazione politica.
Le regioni del Nord, generalmente caratterizzate da una maggiore stabilità economica e da un sistema di welfare più sviluppato, tendono a registrare livelli più elevati di interesse per la politica rispetto alle regioni del Sud, dove la precarietà lavorativa, la disoccupazione giovanile e la carenza di servizi pubblici possono generare un senso di disillusione e distacco.
L’analisi dell’Istat, pertanto, non fornisce solo un quadro quantitativo della partecipazione politica, ma stimola una riflessione più ampia sulle cause e sulle conseguenze di questa disomogeneità.
Promuovere una maggiore partecipazione civica, ridurre il divario di genere e rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni rappresentano sfide cruciali per il futuro del Paese, che richiedono un impegno congiunto da parte di governo, istituzioni educative e società civile.
Comprendere le peculiarità regionali, come quelle evidenziate in Liguria, è il primo passo per costruire una democrazia più inclusiva e partecipata.