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Scontri a Genova: Sei Tifosi al Processo per Violenza a Piazza Alimonda

Il processo relativo agli scontri avvenuti il 5 maggio 2024 in piazza Alimonda, a Genova, ha visto la Procura della Repubblica chiedere il deferimento a giudizio di sei individui, appartenenti sia all’universo genoano che a quello sampdoriano, in seguito a un episodio di violenza che ha scosso la città.

L’evento, originariamente legato alla visione di una partita del Genoa in trasferta, si è rapidamente trasformato in un confronto acceso tra due fazioni di tifosi, con dinamiche complesse e un escalation di aggressività che ha coinvolto anche danni a beni pubblici e lesioni personali.

Secondo l’accusa, un’ottantina di tifosi blucerchiati, animati da un’iniziale voce di aggressione subita da un loro compagno in scooter, hanno tentato un’azione sanzionata come “blitz” contro un gruppo di supporters rossoblù.

La conseguente reazione ha generato un’esacerbazione della tensione, culminata in una serie di altercati con l’utilizzo di arnesi come sedie e tavolini, e con ferite riportate anche da una dirigente della polizia impegnata a gestire la situazione.
La Procura ha formulato richieste di condanna diversificate, riflettendo la gravità delle accuse contestate.

Per tre sostenitori sampdoriani, accusati di rissa, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale aggravate, sono state richieste pene che oscillano tra i due anni e i due anni e mezzo di reclusione.
Per i tre tifosi genoani, imputati unicamente per rissa, la richiesta si attesta a quattro mesi di detenzione.
Parallelamente alle richieste di condanna, cinque degli imputati, assistiti dagli avvocati Matteo Carpi e Pietro Bogliolo, hanno presentato istanza di messa alla prova, un istituto giuridico che consente di evitare la condanna attraverso lo svolgimento di attività di pubblica utilità.

La giudice Nicoletta Guerrero, pur in contrasto con il parere espresso dalla Procura, ha accolto tale richiesta, imponendo ai ricorrenti lo svolgimento di 180 giorni di lavori, equivalenti a 360 ore, da dedicare a organizzazioni di volontariato.
L’episodio di piazza Alimonda si inserisce in un contesto più ampio di tensioni e violenze che hanno caratterizzato la stagione calcistica.
Solo pochi mesi dopo, durante il derby di Coppa Italia, sono stati perpetrati atti vandalici con il furto e l’esposizione di striscioni storici, ulteriore segnale della persistente rivalità e della difficoltà di contenere la frangia più estremista delle tifoserie.
Il precedente episodio aveva visto un numero significativo di agenti di polizia feriti, testimonianza della pericolosità degli scontri.

L’udienza in corso, rinviata all’8 ottobre, rappresenta un momento cruciale per la giustizia sportiva e cittadina, auspicando un processo volto non solo a punire i responsabili, ma anche a promuovere una cultura del rispetto e della legalità all’interno delle tifoserie.

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