mercoledì 17 Settembre 2025
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Udine, la passeggiata per la sicurezza diventa concentrazione statica

La prevista “Passeggiata per la sicurezza” ad Udine, inizialmente programmata come un corteo itinerante per il 19 settembre, ha subito una significativa revisione da parte delle autorità.

La Questura, nel suo ruolo di garante dell’ordine pubblico, ha disposto che l’evento si svolga in forma statica, relegando di fatto la marcia a una concentrazione fissa in un luogo da definire.

Questa decisione, comunicata dalla Tgr Rai Friuli Venezia Giulia, nasce da una complessa valutazione dei rischi connessi alla manifestazione.
Le motivazioni alla base della limitazione imposta dalla Questura sono multiple e riflettono un quadro di potenziali criticità.
Un elemento cruciale è rappresentato dai contenuti, successivamente rimossi, di alcuni post pubblicati dagli organizzatori, percepiti come incitanti e con possibili implicazioni per l’ordine pubblico.
A ciò si aggiunge l’adesione massiccia di individui riconducibili all’ambiente ultras della curva nord, un elemento che ha sollevato preoccupazioni per il potenziale di dinamiche violente e non pacifiche.
Infine, l’impossibilità di apportare modifiche al percorso originariamente previsto ha ulteriormente contribuito alla decisione delle autorità.

La manifestazione era stata originariamente concepita come risposta all’aggressione con arma da taglio che ha colpito un giovane in pieno centro cittadino, un atto che ha acuito il sentimento di insicurezza e alimentato la richiesta di maggiore protezione da parte della cittadinanza.
L’iniziativa mirava a denunciare pubblicamente la crescente preoccupazione per la sicurezza urbana e a sollecitare interventi concreti da parte delle istituzioni.

Il capogruppo Avs in Comune, Andrea Di Lenardo, ha espresso un giudizio positivo sulla decisione della Questura, sottolineando come essa dimostri una responsabilità istituzionale nel garantire il diritto di manifestare, pur nel rispetto dell’ordine pubblico.
Tuttavia, Di Lenardo ha anche criticato aspramente i toni e i contenuti di alcuni post dei promotori, giudicandoli inaccettabili e contraddittori rispetto alla natura pacifica della protesta che si voleva promuovere.

Federico Malignani, presidente del Comitato Udine Sicura, ha dichiarato la non partecipazione diretta del direttivo all’evento, pur offrendo il massimo supporto organizzativo.
Questa scelta mirava a prevenire strumentalizzazioni e a mantenere l’integrità dell’immagine del Comitato, nato con l’obiettivo di promuovere un’azione civica e costruttiva.

Successivamente, Malignani ha rassegnato le dimissioni dalla carica, esprimendo il suo disappunto per l’emersione di elementi volti a “infiammare la piazza” e a formulare ultimatum alle istituzioni, dinamiche che riteneva profondamente distanti dai valori del Comitato e dal suo personale impegno.

L’episodio evidenzia la complessità di gestire manifestazioni che, pur nascendo da un’intenzione positiva, rischiano di essere contaminate da dinamiche estreme e da un linguaggio aggressivo.

Il futuro della sicurezza urbana di Udine appare quindi legato alla capacità di conciliare la necessità di esprimere preoccupazioni legittime con il rispetto delle regole e la promozione di un dialogo costruttivo con le istituzioni.

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