Francia sull’orlo del collasso: una nazione in stato di agitazione generalizzataLa Francia si prepara ad affrontare un giorno di profonda turbolenza, un “giovedì nero” annunciato da una congiunzione di fattori sociali, economici e politici che rischiano di paralizzare il paese.
Scioperi, manifestazioni e la minaccia concreta di scontri violenti si profilano all’orizzonte, alimentati da un profondo malcontento popolare e da un vuoto di potere che esacerba le tensioni.
La mobilitazione, orchestrata da sindacati e partiti di opposizione, mira a esprimere una forte opposizione alle misure di rigore finanziario proposte per il 2026, percepite come un attacco diretto al potere d’acquisto e ai servizi pubblici.
L’assenza di un governo pienamente operativo, con Sébastien Lecornu ancora impegnato nelle consultazioni per formare l’esecutivo, accentua la sensazione di paralisi e di mancanza di interlocutori affidabili.
Il Ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha dipinto un quadro allarmante, preannunciando una giornata di “mobilitazione molto, molto forte”, con blocchi stradali, sabotaggi e la presenza di gruppi estremisti pronti a innescare violenze.
La risposta dello Stato si prefigura massiccia: oltre 80.000 uomini tra polizia e gendarmeria, idranti, droni e veicoli blindati saranno dispiegati per controllare i 250 cortei previsti in tutto il paese.
L’approccio sarà intransigente: blocchi verranno rimossi con forza, danneggiamenti e violenze verranno repressi con la massima fermezza.
La preoccupazione per la presenza di “casseur”, individui radicali con l’intento di trasformare le proteste pacifiche in scontri violenti, è palpabile.
Il Prefetto di Parigi, Laurent Nuñez, ha espresso timori specifici riguardo a centinaia, se non migliaia, di elementi radicali pronti a infiltrarsi nelle manifestazioni sindacali per seminare caos e distruzione.
In risposta, è stato chiesto ai commercianti di chiudere le loro attività e proteggere le vetrine.
I disagi previsti per i trasporti sono significativi.
La SNCF stima che la metà dei treni Intercity sarà bloccata, mentre solo un terzo dei treni regionali Ter circolerà.
Anche i TGV, i treni ad alta velocità, subiranno ritardi e interruzioni.
I treni suburbani e le metropolitane di Parigi saranno oggetto di interruzioni e rallentamenti.
Nonostante la sospensione dello sciopero dei controllori di volo, si segnalano disagi nel settore aereo.
La protesta non si limita al settore dei trasporti.
Ospedali e scuole pubbliche sono coinvolti, con agitazioni e scioperi che interrompono i servizi essenziali.
Al centro delle rivendicazioni c’è l’opposizione alla riduzione di 3.000 posti di lavoro nel settore pubblico e al congelamento dei salari, misure percepite come un attacco diretto al reddito dei lavoratori.
La nomina di Lecornu non ha placato la rabbia, anzi, ha rafforzato la determinazione dei sindacati a far sentire la propria voce.
Il futuro governo si trova ad affrontare una sfida titanica.
Le consultazioni con le forze politiche sono in corso, ma l’atmosfera è tesa e le posizioni sono distanti.
Anche l’estrema destra, rappresentata da Marine Le Pen, ha sottolineato la necessità di una netta rottura con le politiche del passato.
Il Partito Socialista ha espresso insoddisfazione per la mancata considerazione delle proprie richieste, come la tassazione dei super ricchi e la sospensione della riforma delle pensioni.
L’esito delle consultazioni e la capacità di Lecornu di rispondere alle legittime rivendicazioni della popolazione saranno determinanti per evitare una spirale di violenza e instabilità che potrebbe mettere a rischio la coesione sociale del paese.
La Francia è sull’orlo di una profonda crisi, e la strada verso la pacificazione appare irta di ostacoli.