Nuovo accordo raggiunto per 170.000 lavoratori, scongiurando eventuali proteste e garantendo continuità operativa.
L’atmosfera a Hollywood è tesa. La stagione dei premi è terminata e la situazione al botteghino è incerta, con pochi grandi successi come Dune 2 a trainare l’industria. Le produzioni stentano e c’è preoccupazione tra gli addetti ai lavori riguardo alle trattative in corso tra gli Studios e l’Iatse, il sindacato che rappresenta i lavoratori dietro le quinte del cinema e della televisione. Il contratto triennale scade a luglio e c’è il timore di un possibile sciopero, dopo quello che ha paralizzato la città lo scorso anno.Gli operatori che mantengono viva l’industria dell’intrattenimento più ricca del mondo sono organizzati in un sistema sindacale che copre ogni ruolo. Sceneggiatori, attori e registi hanno i loro sindacati indipendenti, ma ogni figura coinvolta nella produzione è rappresentata da una specifica sigla sindacale, dai tecnici delle luci ai truccatori, dai montatori ai costumisti.L’Iatse (International Alliance of Theatrical Stage Employees) è la confederazione che coordina queste associazioni di categoria, fondata nel lontano 1893 conta circa 170.000 iscritti negli Stati Uniti e in Canada. Lo scorso anno hanno mostrato solidarietà con altri settori dell’industria cinematografica e televisiva davanti agli Studios.Ora tocca a loro: costumisti, truccatori, montatori chiedono aumenti salariali, protezioni contro l’intelligenza artificiale e miglioramenti per i fondi pensionistici. La manifestazione unitaria dei lavoratori prima dell’avvio delle trattative dimostra la determinazione nell’affrontare le sfide della contrattazione.La solidarietà verso questi lavoratori è evidente anche tra le star di Hollywood, come dimostrato dall’apprezzamento di Jimmy Kimmel agli Oscar. Ma la battaglia per ottenere condizioni migliori appena cominciata potrebbe portare ad una nuova estate difficile per chi lavora nel settore cinematografico e televisivo.Hollywood resta in bilico mentre si prepara ad affrontare le richieste dei lavoratori dietro le quinte che non accetteranno compromessi rispetto ai risultati ottenuti in passato. Le case di produzione tradizionali e i servizi streaming cercano di ridurre costi e personale, ma il futuro dell’industria dello spettacolo rimane incerto.