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In Italia 60mila arresti cardiaci l’anno, ‘legge su defibrillatori non si applica’

(Adnkronos) – Ogni anno in Europa si registrano circa 400mila arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60mila solo in Italia. "La velocità dei soccorsi in caso di arresto cardiaco è vitale perché la possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto che passa e per questo è essenziale, oltre a una rapida attivazione del 112, insegnare a quante più persone possibili le manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l'utilizzo del defibrillatore", ricorda Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council (Irc). "L'Italia – aggiunge – con l'esemplare legge 116 entrata in vigore nel 2021, si sarebbe già potuta dotare degli strumenti necessari per realizzare tutto questo: è un vero peccato che, a 4 anni di distanza dall'approvazione definitiva della legge, dell'applicazione nazionale ancora non si sappia nulla e che siano pochissime le Regioni che se ne siano dotate. Ricordiamoci che l'intervento di chiunque sia accanto alla vittima di arresto è l'anello fondamentale nella catena dei soccorsi. Guidati al telefono dagli operatori del 112 e del 118, i soccorritori occasionali possono infatti già eseguire il massaggio cardiaco e utilizzare il Dae accorciando i tempi di intervento e contribuendo più di ogni altra cosa alla sopravvivenza di chi è colpito da arresto cardiaco". Per sensibilizzare su questi temi, Irc promuoverà tra il 13 e il 19 ottobre 'Viva! La settimana della rianimazione cardiopolmonare', con decine di eventi gratuiti e aperti al pubblico in tutta Italia in cui ci saranno dimostrazioni pratiche di primo soccorso insieme ad attività ludico-educative e informative pensate anche per i più giovani. L'iniziativa ha il patrocinio di Senato, Camera, ministeri per lo Sport e i Giovani e dell'Istruzione e del Merito, Sport & Salute. Il più grande studio in Europa sugli arresti cardiaci, 'EuReCa Three' pubblicato su 'Resuscitation' – riporta l'Irc in una nota – ha analizzato oltre 45mila casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero in 28 Paesi europei e ha evidenziato che la sopravvivenza media all'arresto cardiaco è del 7,5%. L'Italia fa registrare una percentuale leggermente inferiore, pari al 6,6%, calcolata tuttavia su un campione di piccole dimensioni (4.047 casi) e meno rappresentativo della situazione generale italiana. Alla raccolta dei dati ha lavorato anche l'Irc, società scientifica che riunisce in Italia medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare. "In Italia non è ancora disponibile su scala nazionale uno strumento prezioso che potrebbe incrementare la tempestività della catena dei soccorsi, ovvero l'applicazione nazionale per cellulari, prevista dalla legge 116 del 2021, che censisce e geolocalizza i defibrillatori automatici esterni (Dae) installati sul territorio, e consente anche ai soccorritori occasionali di trovarli subito in caso di emergenza e di utilizzarli sulla base delle indicazioni ricevute al telefono dagli operatori del 118, in attesa dell’arrivo dei soccorsi", segnala l'Irc.  Secondo Federico Semeraro, presidente di European Resuscitation Council (Erc) e coordinatore della ricerca in Italia, "i risultati italiani, come il tasso di ripristino della circolazione spontanea significativamente inferiore alla media europea, pongono l'intero Servizio sanitario nazionale di fronte a una sfida importante e a un'opportunità di miglioramento basata su solide evidenze scientifiche. E' fondamentale investire nella formazione del personale, nell'ottimizzazione dei tempi di risposta e nel miglioramento della qualità delle manovre rianimatorie per colmare questo divario e garantire alle persone in Italia le stesse possibilità di sopravvivenza dei loro concittadini europei. Diventa inoltre strategico attivare un registro nazionale degli arresti cardiaci che possa misurare in modo più fedele la realtà di ogni regione. I dati di 'EuReCa Three' sono stati raccolti su base volontaria e rappresentano solo una minima parte del Paese. Non misurare ciò che accade in Italia ci mette nella condizione di sembrare meno performanti rispetto ai Paesi europei in cui è stato implementato un registro nazionale o regionale degli arresti cardiaci". 'Viva! la settimana della rianimazione cardiopolmonare' è giunta alla 13esima edizione e punta a diffondere la cultura del primo soccorso e insegnare le manovre salvavita, come eseguire un massaggio cardiaco o utilizzare il defibrillatore. Promossa da Italian Resuscitation Council, l'iniziativa prevede un calendario di eventi, ancora in fase di aggiornamento, che vede già coinvolte Roma, Bologna, Cagliari, Modena, Chiavari, Novara, Gela e Nuoro. Tra le attività in programma anche una maxi-formazione sull'Isola della Maddalena, in Sardegna, che coinvolgerà oltre 300 partecipanti. L'iniziativa culminerà il 16 ottobre nella Giornata internazionale della rianimazione cardiopolmonare – World Restart A Heart Day, promossa da European Resuscitation Council. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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