L’alba sulla statale 17, nel cuore dell’Abruzzo, ha sigillato un tragico epilogo per un esemplare di cervo, vittima di un impatto con un veicolo fuoristrada nei pressi di Pettorano sul Gizio.
L’incidente, che ha evidenziato in modo drammatico le complesse interazioni tra infrastrutture antropiche e dinamiche faunistiche, sottolinea un problema ricorrente nelle aree montane italiane.
L’evento, pur fortunatamente privo di gravi conseguenze per l’automobilista coinvolto, rappresenta un campanello d’allarme sulla fragilità della biodiversità in un contesto di crescente pressione antropica.
La statale 17, arteria cruciale per la mobilità nella regione, serpeggia attraverso un territorio caratterizzato da una ricca presenza di fauna selvatica, in particolare ungulati come cervi, caprioli e daini.
Questi animali, essenziali per l’equilibrio degli ecosistemi montani, si muovono liberamente, cercando risorse alimentari e percorsi migratori, spesso attraversando o avvicinandosi pericolosamente alle strade.
L’incremento degli avvistamenti di ungulati, particolarmente accentuato durante l’autunno, è intrinsecamente legato alla stagione riproduttiva, o “celo”.
In questo periodo, i maschi, animati da istinti primari, diventano più audaci e imprevedibili nella ricerca di partner, intensificando i loro movimenti e riducendo la loro cautela.
Questo aumento di attività, unito alla riduzione della copertura vegetale tipica della stagione, rende più frequenti gli incontri con i veicoli in transito.
L’incidente di Pettorano sul Gizio, pertanto, non è un caso isolato, bensì una manifestazione di un problema più ampio che richiede un approccio multidisciplinare.
Le soluzioni possibili spaziano dalla realizzazione di opere di mitigazione dell’impatto ambientale, come sottopassi e gallerie ecologiche, alla gestione attiva della fauna selvatica attraverso programmi di monitoraggio e controllo delle popolazioni, fino alla sensibilizzazione degli automobilisti sull’importanza di moderare la velocità e prestare particolare attenzione durante le ore di scarsa visibilità e nelle aree a rischio.
La tutela della fauna selvatica non è solo un imperativo etico, ma anche un investimento nel capitale naturale che sostiene l’economia locale, attraverso il turismo sostenibile e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico.
La statale 17, come molte altre strade che attraversano aree naturali protette, deve diventare un esempio di convivenza armoniosa tra uomo e natura, garantendo la sicurezza degli automobilisti e la sopravvivenza di specie vitali per l’equilibrio degli ecosistemi montani abruzzesi.