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Corruzione a Perugia: Appalti truccati e misure cautelari

L’inchiesta in corso nella provincia di Perugia ha portato alla luce un complesso sistema di corruzione e turbativa d’asta che ha coinvolto funzionari pubblici e imprenditori nel territorio, con ripercussioni su appalti relativi a opere idrauliche e infrastrutture stradali.

L’indagine, scaturita da una denuncia di un professionista, ha portato alla luce un tentativo di estorsione legato all’assegnazione di un incarico di progettazione pubblicato dalla Provincia di Perugia, e ha permesso di ricostruire un quadro preoccupante di dinamiche illecite.

Al centro dell’indagine vi sono appalti di rilevante entità, tra cui la ricostruzione spondale del fiume Chiani nel Comune di Monteleone di Orvieto, stimata a quasi un milione di euro, e interventi sulla strada provinciale 300/1 di Porto, per un valore di circa quattordicimila euro.
Questi lavori, a quanto pare, venivano pianificati come preludio all’aggiudicazione di un appalto successivo, di ben maggiore portata e redditività, che riguardava le strade provinciali 308/3 di Città della Pieve, 318/4 di Pila e 344/1 di Castel del Piano, con un valore complessivo superiore a cento mila euro.
L’azione della guardia di finanza, sotto la direzione della Procura di Perugia, ha portato all’esecuzione di cinque misure cautelari personali, che testimoniano la gravità dei fatti emersi.
Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria hanno evidenziato un intricato reticolo di accordi illeciti e favoritismi, che miravano a manipolare le procedure di affidamento degli appalti pubblici, creando una disparità di condizioni tra i partecipanti e alterando la libera competizione.
In linea con le disposizioni della cosiddetta Legge Nordio, che mira a tutelare i diritti degli indagati in fase di indagine, il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha garantito agli stessi un interrogatorio preventivo, consentendo loro di esporre la propria versione dei fatti.
Successivamente, valutando l’esistenza di elementi concreti che supportassero il rischio di reiterazione dei reati, ha disposto l’applicazione delle misure cautelari, confermando pienamente la ricostruzione dei fatti presentata dall’ufficio inquirente.
L’inchiesta, in corso, solleva interrogativi cruciali sulla trasparenza e l’integrità delle procedure di appalto nel territorio perugino, e sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione della corruzione per garantire la legalità e l’equità nell’assegnazione dei lavori pubblici.

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