sabato 20 Settembre 2025
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Torino

Cozio di Salabue: un pioniere della liuteria al centro di una mostra a Torino.

Palazzo Madama, scrigno civico d’arte antica di Torino, offre un’inedita finestra su un capitolo essenziale, e finora sommerso, della storia piemontese e della cultura musicale europea.

In occasione del bicentenario della nascita di Ignazio Alessandro Cozio di Salabue, una mostra di eccezionale valore storico e culturale, realizzata in collaborazione con l’Associazione Il Salabue e curata da Giovanni Accornero e Duane Rosengard, anima gli spazi della Corte Medievale.
Non si tratta semplicemente di un omaggio al conte nato a Casale Monferrato nel 1755, ma di una rilettura critica e illuminante del suo contributo originale alla comprensione e alla preservazione del patrimonio liutario italiano.

Ignazio Cozio di Salabue trascende la figura del collezionista per elevarsi a vero e proprio pioniere.
Mentre altri suoi contemporanei si concentravano sull’estetica degli strumenti, Cozio dimostrò una visione lungimirante, anticipando di secoli la moderna critica musicale e la storia dell’arte.
La sua passione non era guidata da un mero interesse decorativo, bensì da un profondo desiderio di comprendere l’evoluzione tecnica e storica degli strumenti ad arco, in particolare quelli provenienti dalla scuola cremonese, fucina di maestri liutai che hanno segnato la storia della musica occidentale.
Il conte comprese l’importanza cruciale del “saper fare” artigianale, un’eredità immateriale che rischiava di perdersi nel vortice dei cambiamenti sociali ed economici del XVIII secolo.

La sua attività di collezionista si trasformò così in un meticoloso lavoro di ricerca, documentazione e confronto.
Cozio non si limitò all’acquisizione di strumenti pregiati; ne tracciò la genealogia, ne analizzò i dettagli costruttivi, individuò le peculiarità delle diverse scuole liutarie e annotò con scrupolo le tecniche impiegate dagli artigiani.
Questo approccio scientifico e sistematico lo rese un precursore della moderna disciplina della musicologia storica e della conservazione del patrimonio culturale.
La mostra, strutturata come un viaggio affascinante nella vita e nel pensiero del conte, espone venti strumenti ad arco di eccezionale significato storico, dodici dei quali appartenuti direttamente a Cozio e mai prima d’ora esposti al pubblico.

Questi preziosi testimoni del genio liutario italiano sono affiancati da altri strumenti, non solo ad arco, che ampliano il contesto storico e culturale della mostra, offrendo una visione più completa del collezionismo e della cultura musicale del tempo.
La mostra non solo celebra un personaggio dimenticato, ma stimola una riflessione più ampia sull’importanza della memoria, della ricerca storica e della valorizzazione del patrimonio immateriale, un’eredità che continua a risuonare nel presente.

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